(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Fuori Schick e lo si sapeva, fuori Nainggolan e lo si sospettava. Il ceco e il belga non sono nella lista dei convocati della Roma per la trasferta di Benevento (oggi, ore 18, diretta per abbonati su Sky Sport 1, Sky Super Calcio e Premium Sport 2), partita in apparenza facile ma per questo da vincere senza se e senza ma. Il Benevento esce dallo 0-6 al San Paolo contro il Napoli ed è l’unica squadra ancora a zero punti. Il campionato rischia di diventare una questione di scontri diretti, con «filotti» di punti contro le più deboli. Dieci anni fa il Chievo andò in B con 39 punti, nel campionato scorso ne sono bastati 34 al Crotone per salvarsi. Come è giusto che sia, Eusebio Di Francesco cerca di tenere alta la soglia di attenzione della squadra e chiede di dare continuità al successo contro il Verona: «Sabato abbiamo giocato una buona gara e ho visto in campo quello che facciamo di solito in allenamento. In tutte le gare ho visto una crescita costante. Il Benevento, però, non è una squadra allo sfascio: contro Sampdoria, Torino e Bologna ha perso immeritatamente. Affrontiamo una squadra molto organizzata, ho letto che forse cambierà modulo ma questo lo vedremo sul campo. L’importante è il nostro atteggiamento».
Viste le molte gare di fila (sabato l’Udinese, mercoledì prossimo a Baku contro il Qarabag, il 1 ottobre a San Siro contro il Milan) Di Francesco continuerà con il turnover, tra scelte tattiche e obblighi per via degli infortuni: ci saranno il debutto di Gonalons, il ritorno di Bruno Peres per non affaticare Florenzi, il rientro di Strootman. Confermato Pellegrini, possibile una seconda chance consecutiva per Cengiz: «Volevo far giocare Gonalons a Genova, poi ho scelto altre soluzioni per le parite seguenti. Ora, però, è cresciuto tantissimo e deve dare equilibrio alla squadra. Spero di recuperare Nainggolan per sabato: ha avuto un piccolo fastidio tendineo dietro la gamba, ha bisogno di sfiammare. Schick è arrivato a Roma senza nemmeno cinque allenamenti fatti con la palla con la Sampdoria e non era pronto per giocare, anche se lui diceva il contrario. Ha avuto difficoltà a rimettersi al passo degli altri. Dobbiamo valutare questo piccolo fastidio, mi auguro che si possa allenare bene, in modo da metterlo in campo nel modo giusto. L’ho provato negli allenamenti da centravanti, come alternativa a Dzeko, anche per un motivo di condizione, visto che è meno dispendioso giocare lì». Non esattamente un amore a prima vista. Messaggio finale a chi non vede la Roma tra le favorite per lo scudetto e ai record senza trofei di Spalletti: «Io penso solo al lavoro di campo. È giusto che ognuno esprima la propria opinione, spero di far cambiare a tutti le idee. Integralista? Zemaniano? Io mi sento difranceschiano. Fase offensiva e difensiva non vanno separate: chi pensa che io sottovaluti la fase difensiva fa un grandissimo errore. Allegri ha fissato a 90 la quota scudetto? Al di là dei punti che fai, l’importante è vincere. L’anno scorso si sono fatti 87 punti, ma l’importante è ottenere qualcosa di importante».
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