Edin Dzeko

(Il Tempo – E. Menghi) Tasto reset. Lontano dai fischi dell’Olimpico, e finalmente anche dalle trattative di mercato, Dzeko è pronto a ripartire: scarpini nuovi ai piedi (dall’oro al bianco Adidas) e tanta voglia di ricominciare a trascinare la Roma che ama. Senza tagliare i fili col passato, però, perché a Genova, nonostante tutto, un gol l’aveva fatto Edin, dopo sei partite esterne senza reti. Il mal di trasferta sembra passato, ma una conferma dal bosniaco non dispiacerebbe a Di Francesco, che ha sempre puntato sul suo bomber anche quando il Chelsea gli stava col fiato sul collo e non smetterà di farlo ora. Piuttosto, il tecnico deve scegliere chi schierare ai lati di Dzeko: El Shaarawy e Perotti, guariti del tutto, scalpitano e a Verona si può rivedere il tridente-tipo. Pellegrini contende una maglia a Strootman, che ha giocato per intero le ultime tre gare da regista e col rientro di De Rossi può prendersi una pausa. In difesa dovrebbe rivedersi Fazio, anche se ieri Manolas giocava nella formazione opposta. La rifinitura di oggi sarà decisiva per le scelte di formazione, da cui resteranno fuori gli infortunati Schick (ci prova per il Benevento), Gonalons e Karsdorp, oltre al nuovo arrivato – acciaccato – Silva, che ieri ha lavorato in campo col pallone. Piccoli progressi nel percorso di riabilitazione che dovrebbe durare un paio di settimane. Nel frattempo ha avuto un assaggio dell’ambiente con l’ennesimo striscione dei tifosi in piena contestazione: «Giocatori indegni, presidente spia: ora basta, andate via!».



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