NOTIZIE AS ROMA DI FRANCESCO – La trasferta a Plzen in Repubblica Ceca non è più la gita fuori porta e la partita di domani pomeriggio contro il Viktoria, tra l’altro ancora in corsa per entrare in Europa League, non ha il più senso dell’amichevole. Perché nessuno, a cominciare da Di Francesco, si potrà permettere di snobbare l’ultimo match in calendario nel gruppo G della prima fase di Champions.
L’unico beneficio della promozione agli ottavi, conquistata per la seconda stagione di fila, è dunque economico. Il risultato, cioè la qualificazione dietro al Real campione d’Europa, è stato invece azzerato dal rendimento scadente in campionato. La società, scegliendo la via del ritiro a tempo indeterminato, ha indicato come principali responsabili i calciatori, accusati di negligenza e superficialità.
Ma il tecnico, essendo la squadra recidiva in quanto a disattenzione e immaturità, non si può sentire assolto: sta a lui far capire al gruppo che il black out nel recupero della gara contro il Cagliari resta inammissibile, soprattutto con diversi giocatori esperti in campo e con la superiorità numerica di due uomini. La posizione del tecnico, del resto, è stata presa di petto direttamente da Pallotta che si è confrontato con Monchi.
Il ds, al momento, ha convinto il presidente a non intervenire. Lo ha fatto elencando quanto di buono si è visto nelle ultime 3 partite: il 1° tempo contro il Real, la gara (per intero) contro l’Inter e almeno 70 minuti contro il Cagliari. La Roma è viva: lo ha garantito Monchi a Pallotta. E, indirettamente, ha preso tempo. Anche perché prima o poi qualche titolare infortunato tornerà a disposizione. Di Francesco, comunque, resta in bilico. Vive questo stillicidio dal 23 settembre, dalla sconfitta di Bologna. Rischia ormai in ogni tappa. Con il Viktoria domani, comunque con il Genoa domenica. Ma la precarietà non aiuta lui e la Roma.
(Il Messaggero – U. Trani)
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