Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini) La Grande Paura non si è ancora volatilizzata, ma l’umore è senz’altro migliore rispetto a solo una settimana fa. L’obiettivo della qualificazione in Champions, infatti, per la Roma è tornato a portata di mano. «Era uno dei traguardi primari della stagione – dice Eusebio Di Francesco –. Essendoci dei distacchi minimi, con due partite ma anche con gli scontri diretti, si può rimettere tutto in gioco. In Europa, poi, abbiamo da giocare pure un ottavo di finale importante, e stiamo lavorando anche in prospettiva di queste due gare. Allo stesso tempo, però, dobbiamo cercare di fare anche più punti possibili in campionato». La sconfitta della Lazio a questo punto consente alla Roma, vincendo, il sorpasso al terzo posto.

DZEKO ACCIACCATO – Peccato per il vertice così lontano. «È ovvio che parlare di qualcosa di più del terzo posto sia difficile, visto il distacco e le difficoltà che abbiamo avuto nell’andare a chiudere determinate partite. Ecco, dobbiamo migliorare la fase realizzativa. La squadra crea gioco e ha un’identità, ma occorre ritrovare quella cattiveria che sotto porta c’è mancata. Io conosco solo un modo per riuscirci: cercare psicologicamente di liberare i ragazzi. Hanno bisogno di fare gol e sbloccarsi, in particolare Dzeko». Che non è al meglio, però stringerà i denti. Fuori Nainggolan e Pellegrini per squalifica, e Gonalonsper infortunio, la Roma ritrova per la panchina De Rossi e Schick. In assenza di un regista, Di Francesco conferma il 4-2-3-1 , ma deve sciogliere il nodo trequartista: Defrelo Perotti. «Il francese lo ha fatto in altre occasioni con me al Sassuolo. Ha le caratteristiche per riuscirci, ma in quella posizione può giocare anche l’argentino, che ha fatto il falso nove ed è abituato pure lui a giocare in zona centrale. Ovviamente lui si esprime al meglio nell’uno contro uno, perciò deve essere bravo a smarcarsi tra le linee». Morale: si deciderà oggi.

CASO PERES – Sicura invece l’esclusione di Bruno Peres dopo la notte alcolica e relativo incidente d’auto. «È stato gestito come Nainggolan. La differenza è che magari Radja è visto in modo diverso. Insieme alla società abbiamo scelto di escluderlo e multarlo. Mi auguro che sia l’ultimo episodio del genere. Questi sono errori grossolani che non possono essere ammessi a certi livelli. Che non succeda mai più».



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