(Il Tempo – A. Austini) Consegnarsi al Napoli per un tempo, un errore inammissibile. La sintesi di Eusebio Di Francesco a fine gara è centrata: «Per 45’ siamo stati troppo rispettosi dell’avversario – accusa l’allenatore – abbiamo atteso e basta mentre l’avevamo preparata in modo diverso. Così per loro è stato più facile far girare il pallone. Si parla tanto del dominio del Napoli ma oggi ci siamo divisi il possesso e la partita è stata equilibrata. Loro hanno fatto gol su una nostra ingenuità gli ha dato forza, noi siamo stati poco bravi nell’andare a riprenderla». Non era quello che si aspettava, è il secondo scontro diretto perso su due giocati all’Olimpico e il tecnico giallorosso non nasconde la delusione. «Con l’Inter abbiamo dominato 70 minuti, qui c’è mancato qui il guizzo finale contro una squadra che ha forza, geometrie e abitudine a un certo tipo di lavoro. Mi aspettavo dai miei un’aggressività diversa, potevamo fare meglio, mettendoci maggiore malizia e determinazione. Nell’intervallo ho chiesto di essere più arrembanti, certe cose le proviamo in allenamento ma serve costanza nel lavoro e le pause di campionato non ci aiutano».
Di Francesco si toglie qualche sassolino dalla scarpe, tradendo un nervosismo di fondo indicativo. «Nel primo tempo vi ho voluto accontentare e ho utilizzato il 4-2-3-1 con Nainggolan più vicino alla punta come chiedevano molti: volevo essere aggressivo su Jorginho, ma venivamo a mancare in altre situazioni. Il Napoli non ha creato tanto, anche se aveva il pallino del gioco, ma noi non riuscivamo a sviluppare la manovra. Nella ripresa siamo tornati “all’antico” e le cose sono girate meglio, grazie al lavoro delle mezzali che si alternavano. Siamo stati molto più in partita di loro ma sono mancati i rimpalli e la fortuna. In casa abbiamo preso 5-6 pali: a volte le gare sono determinate dagli episodi e stavolta ci sono girati contro». Poi l’inevitabile capitolo sugli infortunati, il problema più grave per la Roma in questo avvio di stagione. Perché si fanno male così spesso i giocatori? «C’è un po’ di casualità – analizza Di Francesco – c’entrano anche i viaggi per le nazionali e non solo. Se io alleno la squadra completa dall’inizio dell’estate senza cambiare nessuno come ha fatto il Napoli è più facile. Se invece Schick arriva con tre allenamenti nelle gambe poi si fa male, Karsdorp idem. Mi piacerebbe poter scegliere ma non voglio alibi». Infine una sorta di inchino. «Loro in questo momento sono migliori di noi, non lo dico sono io, perché sono gli stessi da tre anni. L’obiettivo di stasera era non perdere, purtroppo non ci siamo riusciti». Basta leggera la classifica per capire la portata delle conseguenze.
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