Maxime Gonalons

(Leggo – F. Balzani) I record di punti non gli interessano, i trofei sì. Eusebio Di Francesco si mostra sicuro ogni giorno di più e a poche ore dalla sfida col Benevento di oggi (ore 18) si stacca di dosso le etichette: «Integralista e zemaniano? No, io sono “difranceschiano”. Chi dice che sono integralista non mi conosce, io quello che vedo faccio e mi adatto alle situazioni. Chi dice che non curo la fase difensiva non ha mai visto i miei allenamenti (la Roma ha chiuso con la porta inviolata 3 partite su 4, ndr), ma l’importante è andare avanti, proseguire nel processo di crescita e vincere a Benevento. Le chiacchiere non mi interessano». Anche perché, come dice Allegri, per vincere il campionato serviranno 90 punti: «Non so se proprio quelli, ma la cifra ci si avvicina – ammette Di Francesco – Anche se poi alla fine conta vincere, lo scorso anno qui sono stati fatti 87 punti, che sono tantissimi, ma non si è portato a casa niente». Una frecciata a Spalletti? Forse. Di sicuro Di Francesco pensa a infilare un filotto di vittorie contro Benevento, Qarabag e Udinese prima della sosta: «Pensiamo ad una gara per volta, il Benevento, a parte l’ultima col Napoli, nelle partite precedenti meritava almeno il pareggio. Sono una buona squadra, dovremo essere aggressivi ma fare anche attenzione». Poi ecco le dritte sulla formazione: Florenzi non giocherà dall’inizio («sarebbe un rischio dopo i 90’ col Verona»), a centrocampo esordio di Gonalons al posto di De Rossi («è pronto, mi aspetto equilibrio da un giocatore del suo calibro»), in confermato Dzeko, che «è in un buon momento» (3 gol nelle prime 3 partite di campionato, non partiva così bene dal 2011). Al suo fianco uno tra Under e Defrel più Perotti. Out Schick (oggi gli esami) e Nainggolan: «Radja resterà qui a Roma, ma penso di recuperarlo per sabato contro l’Udinese. Ha bisogno di sfiammare questo problema più tendineo che muscolare, mentre Schick è arrivato a Roma con neanche cinque allenamenti fatti con il pallone. Lui diceva che era pronto a giocare, ma non era così. Spero che adesso possa allenarsi, ancora prima che giocare, in modo adeguato per poi poterlo mettere in campo, perché anche quando ha giocato 20’ si vedeva che non era brillante. Prima vediamo che cosa ha, poi parleremo del resto». Probabilmente, sia per lui che per Karsdorp, i discorsi saranno rimandati a metà ottobre dopo la suddetta sosta per le nazionali.



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