Eusebio Di Francesco

(Gazzetta dello Sport) Oggi Eusebio Di Francesco torna a Reggio Emilia per sfidare il “suo” Sassuolo, la squadra dove è rimasto dal 2012 al 2017, masticando anche il pane duro di un esonero e poi un ritorno in sella. Il patron Squinzi la scorsa estate avrebbe voluto tenerlo ancora e quindi qualche ruggine raccontano ci sia stata, ma la sua dichiarazione di qualche giorno fa – “Di Francesco ha lasciato un vuoto” – certifica il ruolo avuto dall’attuale allenatore della Roma. “Sarò felice di rivedere tanti amici e tanti ragazzi con cui ho condiviso storie importanti – dice Di Francesco -. Il ricordo di Sassuolo resta indelebile nel mio cuore, ci sono state emozioni importanti. L’ambiente è unico per crescere lavorare in un certo modo. Umanamente ho lasciato e ricevuto grandi insegnamenti. Penso poi a Magnanelli, un simbolo che porterei ovunque per far capire come si può arrivare a certi livelli con mentalità, dedizione e la capacità di stare sempre sul pezzo“.

La Roma – che giocherà col lutto al braccio per la morte dell’ex presidente Anzalone – va a Reggio Emilia per centrare quel 3° posto che santificherebbe la stagione. “Ci tengo, ma il Sassuolo è in salute. Nelle ultime 10 gare hanno perso solo una volta, non sarà facile. Li conosco bene. Saranno concentrati e vorranno fare bella figura“. Quella che è riuscita alla Roma. “Abbiamo riavvicinato la gente, ma per me non basta. Deve essere un punto di partenza. Dobbiamo avere massima attenzione in tutto ciò che faremo, sia in sede di mercato che nella gestione di tutta la stagione. Bisogna ancora migliorare. Il bilancio? In Champions possiamo solo dare un ottimo voto. In campionato dispiace avere questo distacco da quelle che stanno davanti; potevamo fare meglio sia dal punto di vista dei punti che dei gol, che hanno fatto la differenza. Resta un campionato positivo, perché abbiamo raggiunto la Champions“. Qualche amarezza però c’è stata. “La delusione più grande è stato il pregiudizio. Mi infastidisce nei confronti di tutti e quindi anche nei miei, ma c’è stato nella parte iniziale della stagione. Parlando di campo, non mi sarei aspettato difficoltà così grandi a dicembre e gennaio. Ha compromesso un po’ il torneo“.

I titoli di coda sul mercato. Domanda nel cuore dei tifosi: resterà Alisson? “Nel calcio non c’è mai nulla di definitivo. Sono convinto, per ciò che mi è stato detto e per sensazioni mie, che resterà e ne sarei felice per la crescita sua e di tutti“. Più diplomatico invece su due obiettivi giallorossi, oggi avversari, Politano e Berardi, oltre al solito Kluivert. “Hanno talento e sono legato a loro, a Berardi specialmente; veniva dalla Primavera ed è cresciuto con me“.



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