(Il Messaggero – S. Carina) Al fischio finale, chissà quanti chilometri ha percorso. In 90 minuti è andato su e giù nell’aria tecnica, sbracciandosi, indicando la via di passaggio, invitando i suoi ragazzi a sfondare, soprattutto nel finale di partita, a destra dove Peres era entrato subito in partita. Quando si presenta ai microfoni della televisione, Di Francesco è esausto. Ma lucido. La sua analisi è impeccabile: «Siamo partiti bene, poi dopo il gol dell’Atalanta ci siamo disuniti, intimoriti, è mancata personalità. La palla scottava, c’era paura e questo non deve accadere quando si veste questa maglia. Non mi è piaciuta per niente la squadra nel primo tempo e per fare gol continuiamo a fare troppa fatica». Non si nasconde.
La Roma sembra essersi fermata al gol di Fazio al 94′ contro il Cagliari, ormai datato 16 dicembre. Da quel momento in poi, tre sconfitte e un pareggio che hanno determinato l’eliminazione dalla coppa Italia e l’attuale -12 dal Napoli: «Stiamo facendo passi indietro, anche a livello di personalità, dobbiamo fare tutti mea culpa. Ci dobbiamo ritrovare, approfittare della sosta per riposare fisicamente ma soprattutto mentalmente. I giocatori più rappresentativi devono essere trainanti. Dobbiamo resettare tutto per tornare ad essere la squadra di qualche settimana fa. Ci dobbiamo guardare negli occhi per capire dove vogliamo arrivare. Non possiamo essere questi».
Inevitabile, dopo il ko di ieri, la domanda sull’esclusione di Nainggolan: «Se con Radja avremmo vinto? Non c’è la controprova. È stata fatta una scelta legata a una questione etica e morale. Ora sono scesi tutti dal carro ma a me sta bene, guardo avanti con entusiasmo sapendo che dalla prossima Radja ci darà sicuramente qualcosa in più». Senza il belga, il centrocampo ieri è andato in grande sofferenza: tra l’errore di Gonalons sul primo gol, i 43 passaggi sbagliati dalla squadra e la prova anonima di Strootman, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Senza fare nomi, Eusebio non può far altro che confermare: «Persa una palla a centrocampo con ingenuità, non abbiamo giocato più il nostro calcio. L’Atalanta è ripartita con troppa facilità sui nostri errori tecnici. Tuttavia quello che mi meraviglia di più in negativo è stata la lettura sbagliata in certe situazioni».
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