(Il Messaggero – A. Angeloni) La Roma gioca l’altra Champions, qui a Crotone. Senza scontrarsi con Iniesta e Messi, ma con Mandragora e Ricci, non c’è Valverde ma Zenga, che Di Francesco sfida per la prima volta in A. Non ti guarda tutta Europa, ma ti spiano solo Inter e Lazio, rivali (più il Milan) per i due posti rimanenti per la prossima Champions (Juve e Napoli sono ormai andate…). Per questo la Roma ha l’obbligo di vincere, per mantenere caldo l’attuale terzo posto. Non c’è ancora il Barça ma sempre di Champions si tratta, quella del campionato. A questo ora deve e vuole pensare Di Francesco. La sua Roma ha riassestato i vecchi ingranaggi, lasciare punti oggi allo Scida sarebbe peccaminoso.
SGUARDO ACCESO Lo guardi, DiFra, e ti accorgi che il vento è cambiato: tante difficoltà sono state superate di slancio dopo la notte buia vissuta con il Milan. La Roma appare più matura, perché più maturo è il suo allenatore. E oggi ormai è inutile pensare a ciò che non è stato, alla solita illusione scudetto, che ogni anno si vincerà quello successivo. «Sono abituato a guardare avanti. Alla Roma manca qualche punto, ma onestamente Napoli e Juve hanno qualcosa in più. Tutto questo ci ha permesso di crescere, molti vorrebbero essere al nostro posto e di questo dobbiamo solo essere orgogliosi», Eusebio il saggio dixit. Ecco perché è necessario non fallire. Di Francesco prova a resuscitare le motivazioni-campionato dopo il bagno in Champions e soprattutto all’indomani del sorteggio che ha indirizzato i giallorossi al confronto nei quarti di finale con il signore del calcio, Leo Messi. «Loro sono felici di incontrarci? Lo siamo anche noi… Ma ho chiesto ai ragazzi di non pensare al Barcellona. La nostra Champions passa da Crotone. E’ una squadra da prendere con le molle, questo è un campo difficile». Specie se, appunto, pensi ad altro.
CERTE SCELTE Ecco perché certe scelte tecnico-tattiche vanno in una direzione: DiFra vuole puntare su calciatori motivati per natura, per contingenza. Ovvero su coloro che, ad esempio, non hanno vissuto a pieno la notte magica contro lo Shakhtar e che difficilmente vivranno quella del Camp Nou. Ed ecco che potrebbero comparire i vari El Shaarawy («spero torni a essere decisivo»), Pellegrini, Peres, e ricompare pure Gonalons al posto dello squalificato De Rossi. Uno su cui Eusebio crede è Gerson. Il tecnico abruzzese è riuscito a togliergli dalla testa l’idea/convinzione di diventare in poco tempo il nuovo Rivaldo. ll brasiliano sta pian piano diventando un calciatore affidabile, vero. «E’ cresciuto tantissimo dal punto di vista dell’applicazione e della resistenza. E’ ora un po’ più italiano. Può fare il regista? Ha ancora troppi tempi di giocata, per quel ruolo bisogna fare massimo tre tocchi». Tre tocchi verso il domani che, con i soldi della Champions presente (i quarti) e futura (il piazzamento tra le prime quattro in campionato), potrà essere più entusiasmante. «Non mi piace fare i conti in tasca a nessuno. Questo aspetto dà forza alla società, ma noi abbiamo ancora molto da fare. Ci dobbiamo solo credere».
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