Eusebio Di Francesco

(Il Tempo – E. Menghi) Contento, ma non accontentato. Di Francesco vede la Roma crescere in fretta e sa che ha ancora margini di miglioramento: dopo aver acquisito le nozioni del tecnico, sta oliando i meccanismi e affrontando prove di maturità differenti, a Londra ha saputo stupire, a Torino soffrire e stasera torna a casa sua, l’Olimpico, per una sfida in cui può ambire a dare spettacolo. Contro il Crotone si può osare col turnover e con la spregiudicatezza, senza dimenticarsi di difendere, visto che tra le mura amiche sono arrivati 7 gol nelle ultime 8 partite di campionato e tutte le 5 reti subite finora. Davanti c’è un avversario con il peggior rendimento difensivo della Serie A, 12 gol presi in 4 gare. «Il pressing alto – dice Di Francesco – ci permette di proteggerci meglio, siamo la squadra che fa più duelli uno contro uno e li vince, la seconda dopo l’Inter nel cercare il cross e a tutto questo va data continuità. Bisogna accompagnare meglio le situazioni con i centrocampisti e gli esterni, andare a riempire l’area, ma ci arriviamo. La vittoria col Torino è stata costruita sulla mentalità e sul gioco, fatto di aggressioni alte. Col Napoli abbiamo preso palo e traversa, col Chelsea abbiamo creato tantissimo: è una settimana totale nella quale la squadra poteva far meglio in avanti, ma ha dimostrato grande solidità difensiva, e questo testimonia il fatto che siamo diventati un po’ più grandi». L’attenzione ora va al campionato: «Ci sono due partite in cui si devono portare a casa 6 punti contro squadre che non ci renderanno la vita facile. Il Crotone ha dimostrato col tempo di essere una squadra che ha fatto un miracolo con un allenatore preparato. Oggi penso a loro e credo che sia la prima gara difficile da vincere, poi sotto col Bologna».

In casa la Roma ha fatto peggio che in trasferta, ma ha una tripletta di partite all’Olimpico per provare a cancellare i brutti ricordi. Dal ko con l’Inter ad oggi i giallorossi sono cambiati e Di Francesco ne ha la misura: «Credo che siamo cresciuti tantissimo, l’idea, quello che volevo trasmettere, sta passando e per me è la cosa più importante. Sono molto contento e soddisfatto di quello che la squadra mi sta dando, anche l’ambiente. Questi 4 mesi non sono niente, adesso dobbiamo dare continuità ad atteggiamenti e prestazioni, poi i risultati arriveranno da soli». Il primo quadrimestre l’ha superato passando dalle critiche e la diffidenza iniziale alla consapevolezza di poter fare qualcosa di importante nella capitale: «Voti non me ne do, ma sono contento di quelli che sono stati i primi mesi. Non mi accontento, però: pretendo di più. A volte rallentiamo o perdiamo le possibilità di far male agli avversari. Questo si guadagna con il tempo. Mancano alcuni giocatori che stanno pian piano entrando nei meccanismi e spero possano assimilare il prima possibile certi concetti». Il più atteso è Schick, che «deve trovare una condizione adeguata, poi potrà giocare in qualsiasi ruolo. Potrebbe essere una sorpresa, ma non deve cambiare la mentalità e la filosofia di gioco della squadra, il desiderio di giocare corto e in maniera aggressiva deve essere costante. Per noi potrà essere un valore aggiunto». Intanto si gode Dzeko, che al Crotone ha già fatto male tre volte in sole due occasioni: nessun tabù da sfatare, piuttosto un trend da confermare per ritrovare la vittoria che all’Olimpico manca da oltre un mese.



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