(La Repubblica – F. Ferrazza) “Se vincessimo contro il Chievo, sarei ancora più felice della vittoria con il Qarabag: sarà uno step importante per la crescita della società, sarà la prova del nove dopo l’obiettivo raggiunto in Champions”. Così parlò il ds Monchi, a margine della presentazione della sua biografia “El metodo Monchi”. Sintesi del pensiero che si respira all’interno della Roma, tra la soddisfazione dell’andamento europeo e la paura che ci si accontenti, anche solo inconsciamente, non riuscendo a dare continuità a un cammino di crescita. Come troppe volte è successo nella storia giallorossa.
Lo sa bene Di Francesco, che prosegue dritto per la sua strada, impegnato a gestire il gruppo, tra giocatori insostituibili e una rosa da rotare per non lasciare scontenti. E così, in questa logica, domani, a Verona, contro il Chievo ( ore 12,30), il tecnico metterà in campo dal primo minuto molto probabilmente Emerson Palmieri. Le ha giocate praticamente tutte, Kolarov, punto fermo di una squadra all’interno della quale ha il minutaggio più alto insieme ad Alisson e Dzeko. Ha bisogno quindi di riposare. Nell’allenamento di ieri, Eusebio ha provato una linea difensiva per tre quarti brasiliana Bruno Peres, a destra, Emerson, appunto, a sinistra. Centrali Manolas e Juan Jesus: se si pensa che anche il portiere è verdeoro (e tra l’altro titolare della nazionale carioca), viene facile sottolineare come nel reparto arretrato domani si parlerà brasiliano. Quattro su cinque probabili titolari dovrebbero essere sudamericani, rotazione di forze fisiche e mentali che porterà molto probabilmente Di Francesco a dare spazio anche ad Emerson, fermo dal 28 maggio per la rottura del crociato. Vicinissimo intanto il rinnovo contrattuale di Florenzi, dopo quelli di Perotti e Manolas.
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