Rassegna stampa
Difesa e Abraham: Roma insuperabile

Tosta, concreta, mai bella come nella gara di andata. Ma va bene così, questa è la Roma attuale, che capisce i suoi limiti e gioca un calcio attento, senza mostrare il fianco con le solite distrazioni delle scorse settimane, vedi Genoa e Verona. Il successo in fondo è sofferto ma senza storia, al di là del punteggio, 1-0, scrive Il Messaggero.
La Roma si rilancia, aggancia virtualmente al quinto posto l’Atalanta, che però ha ancora una partita in meno. Era la giornata in cui si doveva restare in vita e così è stato: la classifica ancora dice che ci sono speranze per un posto in Champions e su quelle si deve viaggiare, più a lungo possibile, in attesa dei prossimi impegni decisivi, a Udine e contro la Lazio.
Decide un gol di Abraham e quello la squadra di Mourinho si fa bastare contro un’Atalanta imbrigliata su se stessa, troppo nervosa e mai pericolosa fino in fondo, pur mantenendo il pallino del gioco, il possesso palla. Torna il successo all’Olimpico dopo 48 giorni (ultima volta, Roma-Cagliari), arriva di nuovo una vittoria senza Mou in panchina (tre su tre, Cagliari, Spezia e Atalanta) e con Massa in campo, non succedeva da maggio 2019.
Il prezzo pagato, l’ammonizione di Kumbulla, era diffidato, e l’espulsione nel finale di Mkhitaryan: entrambi salteranno la trasferta di Udine. La Roma ci sta con la testa, si vede subito, fin dai primi minuti: funziona il pressing, i reparti sono stretti, il giro palla dell’Atalanta è costante ma lento e la squadra di Mourinho aggredisce in avanti, riuscendo spesso a ripartire e a provare a fare male. Mancini sfiora il gol di testa (da corner) e la partita si riempie di entusiasmo, di carica positiva, si sente il fiato dei 42 mila dell’Olimpico, che spingono, ci credono.
Il gol sembrava una conseguenza, e così è stato. Karsdorp, che pochi minuti prima per poco non combina un pasticciaccio in area, ruba palla e lancia subito Zaniolo, che manda in porta Abraham, il quale firma il gol numero venti in stagione. Non male per essere un inglese e per di più al primo anno in Italia. Funziona la premiata ditta Tammy-Nicolò, quest’ultimo si esalta davanti al ct Mancini presente in tribuna insieme con De Rossi e poco più in là c’è anche Totti con il figlio Cristian (e qualche metro più a lato, riferisce Dagospia, è stata avvistata anche Noemi).
La Roma del passato seduta e quella del futuro, si spera (dipenderà dal rinnovo), in campo. Nicolò non ha la maschera protettiva, corre che è una bellezza ma dura meno di un’ora. Mourinho non è in panchina ma la squadra è telecomandata, nel carattere e nelle misure in campo, capisce che c’è da soffrire ma non molla: partita perfetta da un punto di vista difensivo. Funziona bene, sulla fascia, Zalewski, che sta imparando a fare il terzino: difende e offende, in scioltezza, con qualità. Nella ripresa Gasperini inserisce Muriel per Pasalic, finito subito nella morsa di Smalling, senza mai uscirne.
La Roma nella ripresa soffre un po’ di più, sta più bassa ma davanti si fa vedere. Manca la spinta di Zalewski, che deve abbandonare per un infortunio alla caviglia, che non sembra nemmeno di poco conto. Gasp sfonda dalla parte di Karsdorp, con Boga, che ha una marcia in più, ma la pressione è a folate e la Roma tiene, ripartendo sempre. Sono più i giallorossi a sfiorare il raddoppio che non l’Atalanta il pareggio: Mancini e Abraham hanno la palla buona, ma la falliscono grossolanamente.
I nerazzurri si fanno vedere dalle parti di Rui Patricio solo con un incursione di Freuler. Mou toglie i distrutti Abrham, Zaniolo e Pellegrini e inserisce Veretout, Sergio Oliveira e Felix, perdonato e subito in campo. I cambi danno aria, la Roma non si distrae. Oggi si festeggia, i rimpianti sono tanti, alla luce di punti persi grossolanamente e senza mostrare il carattere notato in questa occasione. Mourinho – subito dopo la partita – scende nel tunnel che porta allo spogliatoio e dà un buffetto ad Abraham, l’eroe della serata. Il vice capitano Mancini rivela che lo Special ha confessato di non voler più tornare in panchina, visto che senza di lui la Roma sa solo vincere. In panchina invece tornerà, intanto giovedì per la trasferta di Conference contro il Vitesse. C’è sempre bisogno di una presenza special.
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