Cos’è successo alla Roma ermetica ed equilibrata delle ultime partite lasci il campo a quella sofferente ed in difficoltà di Genova? Con un reparto sotto la lente d’ingrandimento, quella difesa che nelle ul­time 9 partite stagionali aveva preso tra campio­nato e coppe due soli gol. E che sotto i colpi di Muriel e soci ne ha presi invece tre tutti insieme, in so­li 90’ di gioco. Cosa è cambiato? Al di là della scelta Vermaelen-Manolas, poco o niente. I centrali so­no quelli, gli esterni di centrocam­po anche (Bruno Peres ed Emer­son, di fatto due difensori aggiun­ti). Ed allora, forse, è stata solo una giornata no e basta, anche se Spalletti in settimana vorrà anda­re in fondo alla questione.

«Ma il cambio Vermaelen­-Manolas non ha inciso, non ha cambiato niente di fatto – dice a fine gara Fa­zio, il “Comandante” della retroguardia giallo­ rossa –. La questione è che in campo ci vanno anche gli avversari, non si può sempre sperare che succeda come con il Cagliari, che contro di noi non ha fatto neanche un tiro in porta. I gol li devo ancora rivedere, ma stiamo parlando di una sconfitta negli ultimi due mesi. Non possiamo certo vincerle tutte». Quello era l’obiettivo, per cercare di mette­re pressione alla Juventus. «Diciamo la verità, siamo stati anche sfortunati nelle decisioni del­ l’arbitro: la punizione del 3-­2 non c’era, il rigore su Dzeko invece sì. Può succedere, ma per noi non deve cambiare niente. Già da mercoledì, con il Cesena, dobbiamo tornare a vincere».

La Roma è lì che non deve sbagliare, possibilmente ritrovando anche solidità difensiva. «È una sconfitta durissima, dopo l’1-­0 sia­mo indietreggiati troppo, lascian­do spazio agli avversari per poter creare gioco – dice Bruno Peres, a segno per la prima volta con la ma­glia giallorossa –. Adesso la Juve è un po’ più lontana, dobbiamo cer­care di vincere le prossime partite, provando a riprenderla». Riflet­tendo anche sui quei tre gol lì di ieri pomeriggio: «Dovremo rive­dere alcune cose, avevamo in ma­no la partita e non siamo stati bravi a chiuderla. L’ingresso di Vermaelen? La squa­dra è forte e se esce uno e entra l’altro è lo stes­so». Vero, sulla carta però. Perché poi c’è il campo e quello di Marassi ieri ha dimostrato co­me il belga sia ancora lontanissimo dall’apparire di nuovo un giocatore del livello che era.

(Gazzetta dello Sport)



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