I colossi di Internet devono giocare la partita dei diritti di trasmissione del calcio (della nostra Serie A) ad armi pari con Sky o Mediaset Premium. La Lega Calcio e il suo consulente Infront, che si preparano a bandire l’asta per la prossima stagione calcistica, dovranno predisporre un pacchetto di gare per il web che abbia pari appeal, pari forza di richiamo di quelli per il digitale terreste e il satellite.
I nostri Garanti – l‘Antitrust per la concorrenza e l’AgCom per la televisione, in due pareri sulle linee guida del bando di gara – inaugurano dunque la stagione della pari dignità tra operatori Internet e della tv. Non esiste che il web trasmette Chievo-Spal (con tutto il rispetto) mentre le pay-tv satellitari o in digitale terreste Milan-Juve.
Il principio della pari dignità, in verità, è già presente nell’ipotesi di bando. Ma ora i Garanti chiedono che la cosa trovi un’attuazione effettiva, puntuale. Tutti gli editori – inclusi quelli delle Rete – dovranno essere in grado di proporre partite di identico livello “per bacino d’utenza e audience televisiva delle squadre“, e pacchetti ugualmente forti come “numero di eventi e orari di messa in onda”, senza discriminazioni in termini di costo per prendere i diritti.
Non solo. I due Garanti vogliono anche che un bar, un ristorante, un hotel possano scegliere tra almeno due offerte in concorrenza tra loro, per poter strappare condizioni migliori. Non dovrà esserci, cioè, una situazione di “single buyer”. In parole più semplici, il bar o il ristorante non sarà costretto ad accettare i prezzi imposti dalla sola Sky, da Discovery, da Mediaset Premium o Netflix. Tutti editori che non potranno predisporre quindi offerte esclusive e monopolistiche per gli esercizi commerciali, per l’utenza buisiness.
Antitrust e AgCom chiedono anche che la mancata aggiudicazione di un singolo pacchetto di partite non possa essere motivo per annullare l’intera asta dei diritti. Non sarà facile dunque per la Lega e Infront cancellare gli esiti dell’asta e aprire la trattativa privata (da condizioni di forza). Questo divieto di trattativa privata scatterà soprattutto se i pacchetti principali sono stati comunque assegnati a prezzi alti per gli editori in lizza.
A proposito dei diritti esteri, l’AgCom si augura “la loro più ampia diffusione e comunque una discontinuità con le dinamiche delle precedenti commercializzazioni”. Serve “una corretta valorizzazione in relazione ai diversi territori e bacini esteri”.
Per quanto riguarda la produzione delle immagini, la Lega Calcio dovrà fornire, al termine di ciascuna stagione sportiva, “una dettagliata rendicontazione dei costi di produzione, di accesso al segnale degli eventi e dei relativi rimborsi conseguiti”.
Sarà garantito inoltre il libero esercizio del diritto di cronaca, “pur nel rispetto dei diritti dei titolari di esclusive“. Sugli editori che vogliono esercitare il diritto di cronaca dovranno ricadere costi tecnici proporzionati a quelli che la Lega e Infront sopportano per produrre le immagini.
Sotto il profilo dello svolgimento della gara, infine, AgCom raccomanda un “arco temporale ragionevole“ tra l’apertura delle offerte e la definitiva assegnazione dei diritti. L’augurio è che le liti, le trattative oscure e le telenovele degli anni scorsi, stavolta non vadano in scena.
(La Repubblica – A. Fontanarosa)
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