Rassegna stampa
Donnarumma-Mirante. Le mani su San Siro: Milan-Roma è una sfida senza età
NOTIZIE AS ROMA MIRANTE DONNARUMMA – Ci deve essere qualcosa nell’aria, a Castellammare di Stabia, che rende più facile il volo. Forse Gigio Donnarumma e Antonio Mirante non lo sanno, forse non lo riveleranno mai, ma in quello spazio di terra, dove il mar Tirreno fa un arco, è possibile che, almeno una volta a generazione, venga fuori un grande portiere, riferisce la Gazzetta dello Sport.
Le mani che stasera sono chiamate a proteggere la porta del Milan e della Roma, infatti, vengono proprio da lì, da quel Club Napoli da cui gli estremi difensori hanno preso le mosse. Le storie parallele, però, sono chiamate a distinguersi, perché fra Mirante (37 anni) e Donnarumma (21), ci sono sedici primavere di differenza. Una vita, se si pensa che in questo lasso di tempo il modo d’interpretare il ruolo è cambiato enormemente per via del gioco con i piedi.
Ma a farci capire che c’è sempre tempo per crescere è Roberto Negrisolo, 77 anni, storico preparatore dei portieri del Milan (con cui ha vinto tutto) e della Roma (con cui ha vinto uno scudetto e una Supercoppa). “Uno come Donnarumma potenzialmente non ha limiti – spiega – potrebbe diventare fra i primi 4 portieri del mondo, che secondo me sono Alisson, Oblak, Szczesny e Courtois. Ha delle doti eccezionali, ma deve ancora crescere tecnicamente”.
Discorso diverso per Mirante, che quando Gigio nasceva era già nelle giovanili del Sorrento e stava preparandosi al salto nella Juventus. Ma lì regnava Buffon, che come ha detto Mirante in una intervista piena d’affetto, “è stato così bravo che ha bruciato due generazioni di portieri italiani“.
“Da quando è arrivato alla Roma è migliorato tecnicamente – spiega – e dà sicurezza al reparto. È diventato essenziale, mettendo da parte la spettacolarità. Certo, Lopez è un capitale del club, ma per riconquistare il posto dovrà lavorare“.
Anche Mirante ha il contratto in scadenza a giugno, ma la Roma è così contenta di lui che non è esclusa che possa prolungarglielo di un anno e poi tenerlo nello staff. A Castellammare, d’altronde, hanno imparato il segreto del volo.
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