AS ROMA NEWS MOURINHO CONFERENCE LEAGUE – Dodici anni dopo, siamo ancora aggrappati a Josè Mourinho. Nel 2010 il tecnico vinse la Champions League con l’Inter, ultimo atto del triplete e ultimo trionfo di una squadra italiana in Europa. Da quel momento ci siamo dovuti accontentare delle due finali di Champions della Juve di Allegri, di quella di Europa League dell’Inter di Conte e di qualche semifinale sparsa. E in semifinale, adesso, c’è la Roma di Mourinho, scrive La Gazzetta dello Sport.
Obiezione facile: la Conference League è appena nata, si può considerare cugina di secondo grado dell’Europa League e nemmeno lontana parente della Champions. Però è un trofeo e la Roma, pur con qualche inciampo, ha capito che andava onorato e possibilmente vinto. E il merito è di Mourinho. La cultura della vittoria va alimentata giorno dopo giorno e il portoghese, sotto questo aspetto, è un maestro. Ci sono strade meno tortuose, si potrebbe evitare di vedere nemici dappertutto, ma questo è il suo stile e allora ben venga se riesce a riportare una coppa in Italia e a trasmettere un messaggio importante.
Le competizioni “minori” sono fondamentali nel processo di crescita di qualunque squadra. Il Villarreal avrebbe avuto la stessa convinzione in Champions senza il trionfo dello scorso anno in Europa League? In Italia c’è un clamoroso cortocircuito che porta molte squadre a fare di tutto per qualificarsi per un piazzamento europeo, salvo poi snobbare nella stagione seguente quell’impegno a favore di un altro piazzamento in campionato. Un controsenso. Vincere aiuta a vincere: in Italia ci siamo dimenticati questo concetto. Mourinho è tornato anche per ricordarcelo. Ecco perché adesso tifiamo tutti per lui e la sua Roma.
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