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Rassegna stampa

Dopo il pasticcio stadio i fedelissimi di Berdini rischiano il benservito

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Dopo le dimissioni di Paolo Berdini, Virginia Raggi sta meditando di rivoluzionare il dipartimento urbanistica. Possibilmente prima dell’arrivo del nuovo assessore, la sindaca potrebbe far ruotare i tre dirigenti che finora si sono occupati della questione dello stadio a Tor di Valle. Anche per dare un segnale dopo il pasticcio di due giorni fa in Conferenza dei servizi, quando l’organismo che mette allo stesso tavolo vari enti (dalla Regione allo Stato alle altre autorità interessate) ha respinto la richiesta dei proponenti di sospendere i lavori. In quella sede il rappresentante del Campidoglio ha ribadito «il parere non favorevole già espresso» sull’opera. Quello di Berdini, appunto, dimessosi già da metà febbraio. Ora a ruotare dovrebbero essere i dirigenti che lui difese, la direttrice del dipartimento Annamaria Graziano, il direttore della pianificazione urbanistica, Fabio Pacciani, e il capo della direzione edilizia, Angela Mussumeci. Nel frattempo, però, è atteso in Campidoglio già nei prossimi giorni il nuovo progetto dello stadio che dovrebbe recepire l’accordo (finora tutto politico) stretto tra Comune e As Roma. Solo a quel punto i 5 Stelle potranno impostare la delibera da portare in Aula che andrà approvata entro fine marzo, come richiesto dalla Regione. «Alla fine – ha sottolineato ieri il vicesindaco Luca Bergamo – è stata adottata una sorta di sospensione della conferenza dei servizi che resta incardiata nel suo iter e c’è tempo fino ai primi di aprile per presentare il nuovo progetto con tutti gli atti formali».

Tra questi, il più importante è la delibera di “novazione” che servirà a validare il progetto e a confermare la sua utilità pubblica in Aula. Intanto ieri i 5 Stelle capitolini hanno rivendicato la bontà dell’accordo stretto con la Roma, postando sui social network un video in cui sottolineano che a saltare saranno le opere pubbliche «superflue», pensate da Ignazio Marino «per concedere più spazio ai costruttori». Via, dunque, «i due inutili pontili sul Tevere, il sottopasso di via Dasti e il prolungamento della metro B». «Uno stadio fatto bene», è il nuovo slogan del M5S, «senza speculazioni e colate di cemento». I problemi sul fronte della mobilità in quella zona, però, restano ancora in piedi, incalcolabili finché non sarà presentato il progetto definitivo. «Servono atti e delibere», insiste Daniele Leodori, presidente del Consiglio Regionale. Mentre la Roma prova a gettare acqua sul fuoco. Mauro Baldissoni, direttore generale della società giallorossa, prima chiede che a parlare siano le istituzioni. Poi puntualizza che sullo stadio a Tor di Valle «si sta drammatizzando troppo. Tutte le istituzioni coinvolte sono allineate nella volontà di raggiungere il successo».

(La Repubblica – M. Favale)



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