(Il Messaggero – M. Caputi) Il discorso alla squadra di Monchi, affiancato da Francesco Totti per la prima volta dall’altra parte dello spogliatoio, è un atto i cui effetti andranno valutati nel tempo. Seppur importanti, non saranno i prossimi comportamenti di Nainggolan o le immediate prestazioni della squadra a stabilirne l’efficacia. Monchi ha parlato ai giocatori di mentalità vincente sapendo, lui per primo, che non si acquisisce dall’oggi al domani. In questi anni sono stati compiuti tanti sforzi per rendere la squadra più forte e competitiva ,ma non c’è stata stagione in cui i problemi non siano stati simili a quelli di oggi. A grandi euforie hanno fatto sempre seguito profonde delusioni. Se il direttore sportivo, e con lui il Capitano, avranno posato la prima pietra per un concreto cambiamento di mentalità e di atteggiamenti lo capiremo da come, da oggi in poi, muterà il modo di vivere successi e sconfitte, dalla ferocia con cui i calciatori vorranno vincere ogni partita e conquistare trofei; così come dalle scelte riguardo i giocatori da cedere o da acquistare. Per costruire una mentalità vincente c’è bisogno prima di tutto della fame di vittoria. Il messaggio di Monchi non concede alibi a nessuno: la Roma ha bisogno di uomini all’altezza degli obiettivi. Si deve ripartire da qui.
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