Rassegna stampa
Doppio Kalinic e super Mkhitaryan. Cagliari ancora k.o.

NOTIZIE CAGLIARI-ROMA 3-4 – È una storia di ex e di rinascite, variazioni sul tema di due squadre che si ripetono. È soprattutto un’altra storia di gol. Manco si fossero messe d’accordo per compensare l’assenza di partite, e dunque di emozioni, le uniche quattro squadre in campo in questa domenica decimata dal Coronavirus mettono in porta sedici palloni.
Un numero che a volte si totalizza in una giornata di campionato. La Roma risponde all’Atalanta con quattro reti (come domenica scorsa col Lecce) ma avrebbe potuto farne sette. La sfida per la Champions loro se la giocano a suon di gol. Olsen, l’ex protagonista, ha fatto di tutto per fermarla e per un po’ ci è riuscito. Ma poi è arrivato Kalinic, the revenant, l’uomo partita. Non gioiva da un anno e due mesi, quando era ancora all’Atletico.
Si è risvegliato con una doppietta alla sua vittima preferita (4 gol in 6 sfide coi sardi). E per ciliegina ci ha aggiunto l’assist per Kluivert. Come resurrezione non c’è male. Dzeko può riposare più tranquillo. Dentro queste variazioni, la solita storia: quella di una Roma che in attacco è sempre pericolosa, che ha un gioco collaudato ed efficace ma che a volte si siede nella sua bellezza, si distrae e rischia di essere beffata. E quella di un Cagliari che non riesce più a ritrovarsi, che non vince da undici partite di fila, che sembra confuso nel gioco e debole nella testa. L’unica consolazione è la reazione di carattere che l’ha portata a stare dentro la partita fino in fondo.
Il risultato finale non racconta la verità. La Roma è stata ben superiore. Ha aspettato col baricentro basso un Cagliari beccato subito dai suoi tifosi che non riusciva a costruire, sbagliava troppo e subiva le ripartenza veloci.
Un Cagliari che ha vissuto i primi quindici minuti da brivido. I giallorossi hanno avuto almeno cinque occasioni da gol, clamorosa la tripla chance dove Olsen ha stoppato prima Under, poi Mkhityarian da due passi e infine è stato salvato da Klavan (che aveva sbagliato però all’inizio dell’azione) sulla scivolata di Kalinic.
Quasi tutti gli attacchi erano innescati da un Under scatenato, grazie anche alla debolezza strutturale della catena difensiva di sinistra del Cagliari. Pellegrini stava troppo alto e in recupero non riusciva mai a tenere il passo del turco e Klavan veniva saltato puntualmente o in dribbling o con le imbucate. Sarebbe stato il caso di correre ai ripari per Maran, magari con un 3-5-2 per proteggersi sulle fasce.
Le mosse le aveva fatte prima, rispolverando titolari Oliva, Paloschi, e Olsen. Con lui ci ha indovinato: lo svedese ha tenuto viva la partita da solo. E così il Cagliari si è trovato per caso in vantaggio grazie a quel pallonetto-capolavoro di Joao Pedro.
Vantaggio durato una manciata di secondi. Su un cross di Kolarov, Pellegrini, ecco l’altro ex della storia, ha ribattuto in mezzo alla sua area per la gioia di Kalinic. Che poi si è ripetuto grazie a una delle tante azioni in velocità Under-Micki che il Cagliari non riusciva a frenare. Al gol di Kluivert nel secondo round la Roma ha pensato, sbagliando, di aver chiuso la partita. Maran ha speso Gaston Pereiro e Simeone per Ionita e Paloschi disponendosi con un 4-2-3-1.
Il Cagliari si è rianimato, scrollandosi di dosso le paure. Ha giocato con più aggressività, sbagliando sempre ma creando di più. Un gol stupendo di Gaston Pereiro l’ha illuso il tempo di una punizione di Kolarov sfiorata da Mkhityarian. Il tap in di Joao Pedro sul suo rigore respinto da Pau Lopez è stato il premio alla caparbietà. Da questa rabbia ritrovata – che non è comunque bastata ai tifosi che hanno chiamato la squadra a un faccia a faccia sotto la curva Nord al 90° – deve ripartire il Cagliari. Da queste pause si deve guardare la Roma.
(Gazzetta dello Sport)
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