Da Milano a Parigi ci sono 800 chilometri, ma sembra un attimo di questi tempi. Perché comanda già il mercato, anche per un’Inter che balla sulle punte: di qua la classifica che dice quarto posto dopo la vittoria dell’Atalanta e Milan a meno uno, rendendo ancor più obbligatoria la vittoria con il Chievo. È forse immaginando i due risultati che la dirigenza al completo (Marotta, Ausilio e Gardini) ieri ha pranzato ad Appiano con Luciano Spalletti: guai a distrarsi, questo il messaggio. Ma di là c’è però una società che sta già costruendo il futuro.
L’incrocio chiama in causa Icardi, il Psg, Dzeko e Lukaku. Marotta e Ausilio governano una partita nella quale si è già deciso chi non sarà il protagonista. Icardi è fuori dall’Inter. Fuori a prescindere, lo sarebbe stato con Spalletti, lo sarà pure con Antonio Conte. E chi si avvicina sempre di più è Edin Dzeko. Cosa c’entra il Psg? La storia è questa. Il club parigino ha sondato il terreno negli ultimi giorni con il bosniaco: un contatto, anche sceso nei dettagli, per valutare la disponibilità al trasferimento.
Il Psg è una rivale accreditata. Ma l’Inter mantiene la pole position, perché a vantaggio di Marotta e Ausilio giocano le tempistiche dell’affare. Il Psg avrebbe infatti in testa un’operazione lunga e complicata, che prevede la cessione di Cavani – non facilmente piazzabile, anche in considerazione di un ingaggio elevatissimo – e l’ingresso di Dzeko. L’Inter invece va dritta alla soluzione. E in questo senso può trovare la sponda della Roma, così da mettere in piedi un’operazione che faccia comodo a tutti per motivi di bilancio entro il 30 giugno.
La fretta è cattiva consigliera, ma non in questo caso. L’accelerazione è prevista alla fine del campionato, è probabile che per avvicinare le parti su una valutazione in partenza differente – 20 milioni la Roma, 10-12 l’Inter – nell’affare possa essere inserito un giovane. Di sicuro le possibilità di una permanenza di Dzeko a Roma, lui che ha il contratto in scadenza nel 2020, sono scese sensibilmente dopo lo stop nella trattativa Conte e per colpa di una qualificazione Champions ormai quasi irraggiungibile.
(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)
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