AS ROMA NEWS SPEZIA – Il calcio, alla fine, resta un gioco semplice. Se davanti hai due mammasantissima che alla prima occasione fanno gol e dietro tre gladiatori che non fanno passare manco uno spillo, le partite le vinci facile. Sì, alla fine, il calcio è semplice e anche questo, se volete, è spettacolo, scrive La Gazzetta dello Sport.
Ci saranno esami più duri, a partire dal Napoli domenica, di questo Spezia dimezzato e interrotto. Ma intanto Mourinho va a letto al terzo posto in coabitazione con l’Inter (in campo oggi). Intanto la Roma si gode la sua coppia d’oro Dybala-Abraham, con buona pace di Zaniolo, e quella Maginot affiatata che se davanti non ha rivali di rango gioca in pantofole.
Lo Spezia ci ha provato a stare dentro la partita. E ci è riuscito bene fino al tramonto del primo round, nonostante le numerose assenze (Nikolau squalificato, Kiwior venduto e i malati Ekdal, Bastoni e soprattutto Nzola) e il fatto di aver perso dopo soli 13 minuti uno dei migliori, Holm. Gotti ha provato ad ovviare all’assenza del centravanti piazzando Agudelo come falso nove dietro Verde e Gyasi, mettendosi così a specchio della Roma.
Lo Spezia è partito determinato e con una manovra efficace, dava l’impressione di poter dare fastidio ai giallorossi. La Roma, come detto, è stata la solita Roma: attenta, sorniona, si limitava a controllare, evitare problemi e ripartire appena ne aveva l’occasione. Tanto senza un terminale degno di questo nome, lo Spezia s’infrangeva sulla difesa giallorossa: davvero troppo teneri davanti, tanto è vero che a parte qualche tiro da fuori ha creato poco. Di contro, quando partivano Dybala e compagnia almeno la sensazione di pericolo la davano.
Il primo tiro in porta della gara lo firmava El Shaarawy, una telefonatina centrale. Gotti aveva spostato Amian a destra per controllare la Joya, ma non è bastato. Perché alla fine del primo round, al primo errore ha preso gol. Il lancio di Smalling pescava la torre di Abraham per il triangolo vincente tra El Shaarawy e Dybala, con l’assist di Paulo il caldo, lasciato solo da Caldara e Amian che erano andati entrambi sull’inglese. Volata e assist poi per il gol facile del Faraone. Un altro errore, appena rientrati in campo, è stato fatale per la speranza di rimonta. L’esordiente in A Esposito sbagliava il primo appoggio e Dybala ne approfittava per lanciare l’amico Tammy: Caldara bruciato e palla in buca d’angolo. Amen.
Poi ci sono stati 40 minuti di poco o nulla, con lo Spezia che tentava timide reazioni senza mai impensierire Rui Patricio, che ha fatto la prima parata, se così si può chiamare, alla fine della sfida. Lo Spezia non ha mai tirato in porta, anche quando Gotti ha provato a rivitalizzarlo coi cambi: subito Esposito appunto, che errore a parte, ha mostrato personalità e buone geometrie, poi Maldini e Kovalenko. La Roma è stata sempre in controllo, guidata magistralmente da Matic, coperta da Cristante (ai quali solo Ampadu era all’altezza) e blindata da Mancini-Smalling-Ibanez. Vittoria senza discussioni, e Roma sempre più convinta delle sue potenzialità.
Ovvio che la batosta alla Juve ha aperto la caccia alla Champions e la Roma è regolarmente iscritta. Mou, con un Dybala in gran forma e un Abraham che come suo solito cresce nella seconda parte di stagione, sa che può permettersi un gioco «chirurgico», che soprattutto in trasferta funziona: 7 consecutive senza perdere. Perché fare gol alla Roma è dura e poi ci pensano quei due. L’argentino è già a 7 gol e 4 assist in A: nei 5 campionati europei nessuno ha fatto meglio in rapporto alle gare giocate (meditare Juve e anche Inter).
Abraham nelle ultime tre ha messo lo zampino in 4 reti. E adesso si aggiunge El Shaarawy, scelto per l’occasione al posto di un acciaccato Pellegrini: questo è stato il suo centesimo gol in carriera. Manca il salto di qualità al cospetto delle pari grado, battute o fermate lontano dall’Olimpico ma subite in casa. Il Napoli sarà un bel banco di prova. Quanto allo Spezia, Gotti dovrà inventarsi una squadra nuova, in attesa di Nzola e altri ritorni. I rinforzi sono arrivati, ma non per il gol. M’Bala era fondamentale.
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