Paulo Dybala

AS ROMA NEWS DYBALA – Segnali. C’è una parola e un verbo che Paulo Dybala declina e coniuga spesso nel corso della sua efficace presentazione: vittoria e vincere. Come riferisce La Gazzetta dello Sport, per chi fa del calcio il proprio mestiere, in fondo, sembra essere carburante puro, utile a far lievitare l’entusiasmo di una piazza come quella giallorossa che di lì a poche ore – nella cornice del Colosseo Quadrato – lo avrebbe incoronato nuovo leader della Roma.

Eppure l’argentino è riuscito a entrare nel cuore dei tifosi senza tagliare i ponti col proprio passato. Per intenderci, né la Juventus né l’interista Marotta vengono mai rinnegati, e questo lascia intravedere nella Joya un livello di maturità non comune.

“La chiamata dell’allenatore è stata un piacere enorme – racconta -. La prima cosa che gli ho chiesto è stata: cosa puntiamo a vincere. A me piace vincere e anche a lui, Quando abbiamo iniziato a parlare Mourinho e la società mi hanno dato dei punti di riferimento. Cercherò di portare la mia esperienza per continuare a vincere”.

Si capisce bene come per Dybala il corteggiamento sia stato gratificante. “Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere il presidente e suo figlio, ho parlato con Pinto e conoscevo alcuni ragazzi. La chiamata di tutti è stata una dimostrazione di affetto e del desiderio di volermi qui. È stata molto importante per me. Ci sono grandi obiettivi, a tutti piace vincere e deve essere il nostro traguardo. Certo, credo sia presto per parlare di scudetto. Ci sono squadre più avanti di noi, ma dobbiamo lavorare con serenità”.

Fra i club sulla carta più avanti c’è anche il suo vecchio amore, la Juve. “Se segnassi contro i bianconeri ovviamente non esulterei”. Nelle sue parole non traspare rancore. “Arrivabene è stato chiaro: avevamo un accordo da firmare ad ottobre, la società ci ha chiesto di aspettare e a marzo abbiamo avuto la notizia che non facevo parte del progetto futuro. Quindi non è stato un problema economico, come tanti hanno detto, ma la società insieme all’allenatore ha preso un’altra decisione. Ho detto che, se quella era la loro scelta, per me non era un problema”.

Anche perché la Juve è stata una palestra di vita. “Ho fatto esperienza alla Juve, in una squadra abituata a vincere e ti trasmette quello dal primo giorno”. Sul rendimento della scorsa stagione, però, tiene a puntualizzare come non sia stata negativa. Anzi. “Normale che ci siano delle critiche. Quando giochi in una squadra come Juve si chiede sempre di più. Avrei voluto segnare e giocare di più, ma i miei numeri sono stati i primi in diversi aspetti, anche se poi si va a vedere il minimo dettaglio”. Anche l’Inter non è un rimpianto. “Ho un bel rapporto con Marotta da tanto tempo, non mi sono sentito tradito. Tante squadre si sono avvicinate, poi è arrivato Pinto e le cose sono cambiate”.

Titoli di coda su Totti e Zaniolo, passato e presente giallorosso. “Con Francesco abbiamo parlato un po’, ma non c’erano ancora certezze di arrivare qui: mi ha parlato molto bene di Roma”. Su Nicolò invece è criptico. “Tutti conosciamo quello che può dare. Ho avuto modo di parlare con lui, ma la scelta è sua. Tutti vogliamo avere i giocatori più forti, ma non posso intromettermi nel suo futuro. Ci deve pensare lui”.

Paulo, intanto, penserà al proprio, e senza maglia numero dieci. “Per me il numero 21 è importante per la Nazionale e perché ho vinto con la Juve. Spero che sarà quello con cui vincerò qui. In futuro non si sa, ma ora sono contento col 21”. Impressioni? La Roma è già innamorata.



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