Paulo Dybala con Tiago Pinto e Dan e Ryan Friedkin

AS ROMA NEWS DYBALA – Una giornata lunghissima, anche quella di ieri. Sempre lì, in attesa, pronti a vederlo finalmente con la maglia della Roma in maniera ufficiale. Un’attesa quasi spasmodica, che si è concretizzata poco dopo le 22, quando Dybala è finalmente spuntato sulle tribune dell’Estadio Algarve di Faro. Rigorosamente con la maglia giallorossa, quasi a voler anticipare quell’ufficialità che invece arriverà solo oggi.

Come riferisce La Gazzetta dello Sport, Dybala ha visto dal vivo il secondo tempo della partita con lo Sporting, vicino a Tiago Pinto e con i due Friedkin (Dan e Ryan), che erano arrivati allo stadio un’ora prima della partita, seduti poco più su: quasi a vegliarlo come angeli custodi. Gli occhi fissi sul campo, qualche sorriso in tribuna a chi lo ha riconosciuto e l’ansia per una partita che avrebbe voluto vedere dalla panchina, fianco a fianco con i suoi nuovi compagni di squadra. E invece no, il tempo della firma si è andato pian piano allungando, i contratti sono diventati più complessi di quello che si pensava e l’ufficialità di Dybala non è arrivata. Era prevista per metà pomeriggio di ieri, arriverà oggi a metà mattinata, seguita subito dopo pranzo dalle sue prime parole in giallorosso. Quelle che Paulo rilascerà ai canali ufficiali del club.

Paulo ieri ha iniziato la sua giornata con un allenamento individuale all’Estadio Municipal di Albufeira. Lì si è allenato da solo, sotto lo sguardo attento di José Mourinho e dello staff tecnico. Circa un’ora e mezza di lavoro, sotto il sole cocente dell’Algarve, mentre il resto della squadra svolgeva risveglio muscolare all’interno del lussuoso resort che si affaccia sulla Praia de So Rafael, alle porte di Albufeira. Un allenamento personalizzato, in base alla tabella fornitagli dai preparatori atletici della Roma e volta a perdere in tempi rapidi quel paio di chili in più con cui Dybala si è presentato nel ritiro portoghese. Roba di poco conto, conseguenza del momento di inattività a cui è stato costretto negli ultimi quindici giorni. Poi via, direttamente, in albergo, in attesa proprio della firma del contratto e dell’ufficializzazione che invece non è arrivata.

Paulo, infatti, ha seguito personalmente gran parte della trattativa e alle sei portoghesi ha preferito addirittura restare in albergo per seguire da vicino il closing del contratto, piuttosto che andare allo stadio di Faro con la squadra, per l’amichevole in programma la sera con lo Sporting. Il problema, se così si può dire, è che il contratto è davvero lungo ed articolato, tra bonus d’ingresso alla firma, bonus vari legati alle prestazioni, ma soprattutto diritti d’immagine.

Dybala, del resto, è un’azienda che cammina da sè, parallela rispetto alla sua squadra. Basti pensare agli oltre 65 milioni di followers che l’argentino ha tra instagram, facebook e twitter. Un impero economico che permette a Dybala di guadagnare tra i 20 ed i 30 milioni di euro, ancorando la sua immagine ai suoi sponsor personali. E di questo ieri hanno parlato a lungo Maurizio Lombardo (l’uomo dei contratti a Trigoria), il g.m. giallorosso Tiago Pinto, Jorge Antun e Carlos Novel, rispettivamente agente e responsabile marketing di Dybala (in costante contatto con i suoi avvocati). Per un contratto che ha impegnato le parti per più di 36 ore, di fatto continuative.

Nel frattempo, però, Dybala aveva già ricevuto un’accoglienza stellare all’interno del ritiro giallorosso. Baci e abbracci da parte di tutti, un clima confidenziale per farlo sentire subito a casa e quel feeling immediato con Mourinho ed Abraham. Il primo (che lo chiama affettuosamente Paulino) gli ha fatto i complimenti per la scelta della maglia numero 21: “Bravo, è stata una scelta intelligente”, le parole dell’allenatore portoghese. Per sottolineare che era stata una buona decisione il non aver preso una casacca con un’eredità pesante come la 10 di Francesco Totti. Questione di opportunità, ma anche di lungimiranza.

Con Abraham, invece, è nata subito un’intesa naturale, quasi speciale. Quelle cose che avvengono quando due si capiscono al volo senza neanche conoscersi. Non con Spinazzola, invece, con cui Paulo era già amico dai tempi della Juventus e con cui il feeling è di vecchia data. “Dybala ha scelto la Roma proprio perché ci sono io”, ci ha scherzato su il terzino azzurro.

Poi c’è stata l’amichevole: Paulo sarebbe dovuto andare in panchina con i compagni, vestendo la maglia della Roma per la prima volta in modo simbolico, al fianco di Mourinho e dello staff tecnico. Sarebbe stato un modo come un altro per immergerlo subito nell’atmosfera della squadra, del campo, delle partite, quella dove lui dovrà fare la differenza. E invece proprio quei ritardi nella stesura dei contratti e la mancata ufficializzazione hanno fatto saltare anche la prima passerella in giallorosso. Se la aspettavano un po’ tutti, ad iniziare anche dai Friedkin. Dybala invece l’inizio della partita se l’è visto in tv, seduto in albergo. E quando il lavoro sui contratti è finito è volato allo stadio, per stare vicino alla sua Roma.



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