Josè Mourinho

AS ROMA NEWS SALIBSBURGO MOURINHO – Concentrato e di poche parole. José Mourinho ha inserito la marcia da sfida europea. Quella che lo ha portato a vincere 26 trofei, scrive La Repubblica. Testa e cuore solo alla sfida con il Salisburgo. Non è il momento di pensare a futuro sulla panchina giallorossa, nonostante le parole confortanti del CEO giallorosso Berardi di due giorni fa: «Non ho scambiato nessuna parola con lui. Ha detto che rimarrò? È una sua intuizione». Secco, senza possibilità di fraintendimenti. «L’ultima cosa a cui penso in questo momento è il mio futuro. È una partita da dentro o fuori. Il futuro è oggi».

E si chiama Salisburgo. «Partono da 1- 0. Difficile dire che squadra troveremo. – continua il portoghese – Per loro il risultato dell’andata è un vantaggio. Minimo, ma li mette in una posizione migliore di noi. Per filosofia non sono una squadra che viene a difendere il risultato. Cercheranno di giocare e attaccare». Quello che dovrà fare obbligatoriamente la Roma. Vincere con due gol di scarto. «I ragazzi vogliono passare il turno, non ho dubbi che arriveremo con l’atteggiamento giusto. Anche perché questa squadra dà sempre il massimo. Gli occhi saranno quelli di chi vuole fare bene».

Probabilmente ancora tumefatto, ma anche l’occhio di Abraham è pronto a giocare. L’attaccante inglese si è allenato con il gruppo durante la rifinitura, grazie ad una mascherina speciale. Lui e Dybala saranno convocati: «Non sono al 100%, ma sono tutti e tre disponibili (insieme a Pellegrini, ndr). Vederli tutti insieme dal 1’ magari è troppo. Però sono pronti ad aiutare la squadra».

Conferma dall’inizio per Pellegrini e Abraham con Dybala inizialmente in panchina, pronto subentrare in caso di necessità. Carta a sorpresa Wijnaldum, ormaiin lizza per un posto da titolare: «Sta migliorando, lo vediamo ogni giorno in allenamento. Contro il Verona ha fatto vedere che l’intensità sta aumentando: è un’opzione per giocare dall’inizio, non solo per pochi minuti». Difficile questa sera, molto più probabile a Cremona.

Mourinho è tornato anche sulle critiche ai tifosi della Roma: «Mi sono scusato subito dopo la partita con il Verona perché non è il mio lavoro. Sono io che devo essere criticato». Punto e a capo, sperando che l’Olimpico (al 24esimo sold out) torni ad essere quello ammirato anche da avversario: «Siamo abituati ad una curva calda, che ci ha dato tanto l’anno scorso. Soprattutto nelle partite contro Bodo, Leicester e Vitesse. Hanno giocato con noi e se possono farlo di nuovo questo aiuterà l’intensità della squadra. Che Olimpico mi aspetto? Sarà lo stadio che vogliono i tifosi e che noi saremo capaci di fare. Perché l’ambiente aiuta tanto la squadra».

Insieme a Mourinho ha parlato anche Gianluca Mancini che ha descritto, a suo modo, la gara di questa sera: «Mi aspetto una guerra come abbiamo fatto all’andata. Serve lottare su tutti i palloni e cercare di sbloccarla subito e portarsi tutti dietro per indirizzarla fin dall’inizio».

Un Mancini apparso carico e autocritico: «Questa estate mi sono guardato allo specchio dopo il finale di stagione e ho deciso di lavorare su me stesso per togliere qualche difetto. I cartellini gialli mi avevano fatto saltare troppe partite, a volte erano davvero stupidi».

Così come Smalling, il baluardo della difesa romanista: «Lavorare insieme da così tanto tempo aiuta a capirci con uno sguardo» . Lo stesso che vuole continuare a dargli anche la prossima stagione: «Spero e penso che resti».



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