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Rassegna stampa

Dybala torna, il dubbio resta: la Joya è attesa oggi a Trigoria

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AS ROMA NEWS INTER DYBALA – Il dubbio è quanto mai lecito. Perché le rassicurazioni del ct Scaloni su Dybala (“Voleva esserci ma insieme al mio staff abbiamo deciso di non rischiarlo. Così che continui nel suo club e poi si deciderà”) hanno convinto sino ad un certo punto. Se Paulo, pur di non saltare la convocazione con l’Argentina, ha preferito non rischiare contro l’Atalanta e il tecnico prima ne annuncia l’impiego contro l’Honduras (“Giocherà”) per poi risparmiarlo a sorpresa, confezionandogli la seconda tribuna consecutiva, qualcosa non torna, scrive Il Messaggero.

Soprattutto considerando che quella contro i centroamericani era l’ultima amichevole prima del mondiale in Qatar, ultima vetrina quindi per un posto al sole vicino a Messi. La concorrenza nella Seleccion è fortissima (Messi, Lautaro, Di Maria, il baby del City Alvarez, andato poi in gol, più Correa) e che Dybala, dopo aver fatto tutto per esserci non abbia strappato nemmeno una panchina in due partite, è perlomeno singolare.

Come la telenovela montata e smontata nel giro di poche ore dai media argentini sulla possibilità che la federazione potesse richiedere in anticipo i calciatori convocati per il Mondiale. Oltre a Di Maria, che ha bollato l’indiscrezione come “fake news”, la Fifa, attraverso una circolare, ha risposto che il periodo di rilascio dei giocatori inizia il 14 novembre (di fatto tutelando le società che li avranno a disposizione anche per la giornata del 13).

Tornando a Paulo, la verità sulle sue condizioni (si era fermato per un affaticamento al flessore della coscia sinistra) non è certo che si sappia nemmeno in giornata. L’argentino è tornato ieri da New York, usufruendo di un passaggio’ sul charter che ha riportato Messi a Parigi. Dalla capitale francese poi la Joya ha fatto rotta verso Roma. A Trigoria la seduta di allenamento è prevista questa mattina, a 48 ore dal match contro l’Inter. Possibile se non addirittura probabile che Mou possa optare per un lavoro defaticante per i nazionali ma qualcosa, sulle reali condizioni dell’argentino, trapelerà. La certezza, però, sul suo impiego la si avrà soltanto domani.

Prima dello stop precauzionale contro Gasperini, Paulo aveva sorpreso tutti per la continuità d’impiego. In campionato è sempre partito titolare (collezionando 475 minuti), in coppa ha iniziato dal 1′ contro il Ludogorets per poi risolvere nella ripresa la partita contro l’Helsinki. Ora sabato vuole ripartire. E l’occasione è ghiotta e stimolante, considerando che l’Inter in estate lo ha prima sedotto e poi abbandonato. Sembrava tutto fatto dopo l’incontro in sede tra i suoi agenti e Marotta andato in scena l’8 giugno. L’inversione a U che ha poi portato i nerazzurri a prendere Lukaku e lasciarlo libero di decidere il proprio destino non gli è andata giù.

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E non perché a Roma non si trovi bene, non sia felice della scelta o rimpianga di non aver vestito nerazzurro. Ma parliamo di Dybala, non uno qualunque. Tra l’altro a San Siro è arrivato il primo gol in trasferta in serie A. Era il 2 novembre del 2014 e il Palermo vinse per 2-0 contro il Milan con una sua magia e la rete di Zapata. L’ultimo, invece, a Milano è stato lo scorso anno su un rigore al minuto 89′ che è valso il pareggio contro l’Inter che era andata in vantaggio con Dzeko. In totale fanno 4 reti ai nerazzurri. Va da sé che avere Paulo o meno fa tutta la differenza del mondo.

I numeri aiutano (in campionato 3 gol, 2 assist, 4° per tiri totali in A con 20 conclusioni, 2° per i pali colpiti con Salernitana e Empoli, 5° per falli subiti, 1° nella Roma per dribbling tentati, 31) ma la percezione che si ha quando l’argentino è in campo è un’altra cosa. La Roma si trasforma: più pericolosa, incisiva, imprevedibile. E Dybala non solo ne alza il livello di competitività a livello individuale con le sue giocate ma è provvisto di quella dote che soltanto i grandi campioni hanno, ossia far giocare meglio i compagni.

Mou lo sa. Lo ha detto (“È un top player”) e ribadito (“Più di questo Paulo non può fare, sono gli altri che devono crescere al suo livello”) anche rischiando di minare quel filo sottile sul quale si poggia l’equilibrio di uno spogliatoio. Una cosa è certa: farà di tutto per averlo sabato a San Siro. Anche se non al 100%.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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