CALCIOMERCATO AS ROMA DYBALA – Dopo 24 ore di incontri, depistaggi, indiscrezioni, tra vino rosso e sigari, tra telefonate e trattative, Paulo Dybala ha chiesto tempo per riflettere sulla proposta dell’Al-Qadsiah, il club saudita sbarcato a Roma con i propri emissari per chiudere il grande affare. Non è ancora finita, insomma, scrive il Corriere dello Sport.

Per due ragioni: 1) Dybala non è convinto di lasciare la Serie A per svernare in Arabia e ne sta parlando alla moglie Oriana, che lo ha raggiunto ieri in città; 2) la Roma non ha ancora ricevuto una proposta ufficiale per il cartellino e non intende liberare il suo giocatore più importante a costo zero, perché intende abbinare al corposo risparmio sullo stipendio di due anni una plusvalenza da 12-15 milioni che aiuterebbe il direttore sportivo Ghisolfi a completare la squadra.

Di sicuro Lina Soulokou ha avuto dal presidente Friedkin il mandato a negoziare la cessione di Dybala. Per questo martedì sera ha trascorso la serata all’hotel De Russie, a due passi da Piazza del Popolo, in compagnia dello stesso Ghisolfi, che indossava l’immancabile camicia bianca, e diverse figure del mondo del calcio. Fino a oltre la mezzanotte, sulla terrazza collocata al piano rialzato dell’albergo, si sono visti in momenti diversi il procuratore di Dybala, Carlos Novel, un altro uomo dello staff argentino che cura i diritti di immagine di Paulo, più Fali Ramadani, il manager al quale la Roma ha affidato l’intermediazione con gli arabi, e un rappresentante dell’Al-Qadsiah.

Ieri invece Novel, dopo aver relazionato Dybala, ha parlato da solo alla parte acquirente per recepire l’ultima offerta destinata al giocatore: si parla di 20 milioni più bonus per tre anni (non quattro) ma sulla cifra esatta le versioni divergono. La Roma, per intendersi, ritiene che la proposta sia molto più bassa e che per questo Dybala non abbia già preparato i bagagli per l’Arabia.

La sola ipotesi di addio intanto, a due anni dalla presentazione hollywoodiana all’Eur, ha agitato la tifoseria. L’entusiasmo generato dai Friedkin con i grandi investimenti dell’estate, in particolare la doppietta Soulé-Dovbyk, ha lasciato il posto alla perplessità su un’operazione tecnicamente rischiosa. Senza Dybala, De Rossi perderebbe la genialità di un campione fragile e decisivo senza garanzie di un’adeguata sostituzione a breve termine. Ma molti, leggendo i commenti sui social media, si fidano proprio dell’allenatore: se lui avalla la cessione di Paulo, evidentemente conosce il percorso di una decisione così sofferta.

I motivi dei Friedkin, a prescindere da chi abbia esplorato in prima istanza la pista araba, sarebbero strettamente finanziari. Tra il risparmio sullo stipendio e l’eventuale plusvalenza, la Roma “guadagnerebbe” una cinquantina di milioni in un paio d’anni. Nella prospettiva di un ringiovanimento generale, con l’Uefa a vigilare sui conti, sono numeri non trascurabili. Ma certo i dirigenti avrebbero preferito incassare denaro da altre operazioni (Smalling, Paredes, Kumbulla, senza comtare gli esuberi) prima di sacrificare il talento dei sogni.

Adesso però si pone un altro problema: se la trattativa non si sblocca, con l’esordio in campionato a Cagliari fra tre giorni, come si regolerà la Roma? Far giocare Dybala può essere destabilizzante, tenerlo fuori anche. E’ dura. De Rossi è orientato (per ora) a convocarlo ma aspetta indicazioni precise dalla società.



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