I superstiziosi tocchino pure ferro, ma l’ultima volta che Edin Dzeko aveva segnato 8 gol nelle prime 9 partite di campionato la sua squadra (leggi: Manchester City) ha vinto lo scudetto. Nella stagione 2011-2012 il centravanti bosniaco aveva timbrato il cartellino contro Swansea, Bolton, Tottenham (4) e nel derby contro il Manchester United (2). In questa stagione ha lasciato il segno contro Udinese, Sampdoria, Crotone (2), Inter, Napoli (2) e Palermo. In 9 giornate ha già raggiunto il totale di gol del campionato scorso e – secondo i dati ufficiali della Lega Calcio – vi ha aggiunto 7 assist (2 vincenti), 2 rigori procurati e il numero più alto di tiri in porta (24) tra tutti i calciatori di serie A. Molto criticato nello scorso campionato, il bosniaco adesso è esaltato dai tifosi. Lui, come dimostrato dall’intervista rilasciata alla radio ufficiale della Roma, è felice ma preferisce volare basso: «Questo è il vero Edin Dzeko. Dobbiamo continuare tutti così. Nella mia carriera ho fatto tanti gol, ma anche assist, come quelli contro il Palermo per Momo (Salah; ndr) e per El Shaarawy, che però non ha fatto gol». L’ambientamento dell’attaccante di Sarajevo ha fatto passi da gigante: «Spalletti mi sprona sempre ad andare oltre la linea difensiva avversaria. Questo è il calcio italiano e devo fare così; la scorsa stagione non lo facevo e per questo non segnavo tanti gol. Il calcio italiano è il più difficile per gli attaccanti, ci sono sempre 2-3 difensori con te. E picchiano più che in Inghilterra. A Roma mi trovo bene, vediamo quando non faccio gol… Non penso al futuro, ma partita dopo partita. Adesso ce n’è una importante contro il Sassuolo, che gioca un bel calcio. Ma noi siamo forti e dobbiamo giocare come contro il Napoli. Se vinci 3-1 a Napoli sei forte, poi non devi perdere punti con squadre meno forti di te. La mia partita più bella con la maglia della Roma? Quella contro l’Inter. Che cos’è il gol per me? Tutto. Vivo per il gol. Quando faccio gol è un feeling incredibile. Questa è la mia vita».

Un feeling con il gol che, a ben guardare, è nel Dna della Roma di Spalletti. I giallorossi – tra campionato e Coppe europee – hanno segnato 32 gol in 14 gare (media: 2,28 a partita) e con 19,7 tiri a partita i giallorossi sono secondi in Europa solo al Real Madrid (21,2). Dietro alla Roma ci sono la Juventus (18,8 tiri a partita), il Liverpool (18,3), il Bayern Monaco e il Tottenham (18,1). Purtroppo soltanto un terzo dei tiri giallorossi finisce nello specchio della porta: 6,7. Un dettaglio sicuramente da migliorare, ma farlo con 9 punti conquistati nelle ultime tre giornate di campionato (Inter, Napoli e Palermo) è sicuramente più facile. I dati della Lega Calcio, oltre al primato nei gol segnati, vedono la Roma in testa ad altre due classifiche: quella dei tiri (140, 66 nello specchio della porta) e quella degli assist (46, 14 dei quali vincenti). La fase offensiva è la migliore del campionato, quella difensiva potrà fare passi avanti quando Spalletti avrà recuperato gli infortunati.

(Corriere della Sera – L. Valdiserri)



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