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Rassegna stampa

Dzeko, che fatica. Il mercato, la Bosnia, gli affanni nella Roma: l’obiettivo è rinascere

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NOTIZIE AS ROMA DZEKO – Quando finisce la notte? Chissà, forse se lo sta chiedendo anche Edin Dzeko, che in questo momento vede il presente come un affastellarsi di nubi e retaggi del passato recente. Quanto basta per zavorrare la sua quotidianità, che si chiama sempre Roma, riferisce la Gazzetta dello Sport.

Stavolta, anche il blitz con la sua nazionale non ha contribuito a rasserenarlo, visto che – perduta ai calci di rigore la partita contro l’Irlanda del Nord – il capitano della Bosnia dice addio al prossimo Europeo, probabilmente l’ultima grande manifestazione che poteva avere nel mirino. D’altronde, a 34 anni, il tempo sembra scorrere più velocemente per tutti i calciatori. Sarà per questo, forse, che l’amarezza bosniaca pare incidersi in modo più profondo nello spirito del centravanti giallorosso, che sta vivendo un inizio di stagione assai complesso.

«Ci dispiace, abbiamo fatto del nostro meglio ma non è bastato – ha detto Dzeko alla fine della partita contro gli irlandesi -. Potevamo chiuderla nei tempi regolamentari, perché i rigori sono sempre una lotteria. Il rimpianto oggettivamente c’è». La qualificazione con la nazionale (in finale avrebbe incontrato la Slovacchia) gli avrebbe senz’altro lucidato l’anima dopo settimane complicate, tra il (desiderato) passaggio – poi sfumato – alla Juventus, la surreale panchina di Verona e le occasioni gol sprecate i proprio contro i bianconeri prima e l’Udinese poi.

Invece, per il momento solo un rosario di parziali delusioni, temperate comunque dalla nascita di Dalia, la terza figlia. «Edin – ha spiegato sua moglie Amra ad “Azra Magazin” – è un papà straordinario e molto presente. Se ne avremo la possibilità vorremmo allargare ancora la famiglia». Frasi che raccontano un rapporto idilliaco dentro casa, che fa da contraltare ad una serenità professionale venuta meno nelle ultime settimane.

Vero, alla Juventus il centravanti – fortemente voluto da Pirlo – avrebbe avuto più certezze di chiudere la carriera con qualche altro trofeo, ma anche alla Roma gli obiettivi non gli mancano. Il primo, strettamente privato, sarà quello di vedere se i Friedkin confermeranno l’ipotesi fattagli balenare durante l’ultimo anno dell’era Pallotta. Ovvero: allungare il contratto, spalmandolo di un anno, fino al 2023, cosa che consentirebbe al club di ammortizzare meglio il suo ingaggio di circa 7,5 milioni e al capitano di chiudere virtualmente la sua carriera in una città che lui e la sua famiglia adorano.

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Il secondo traguardo – pur sempre personale – avrebbe invece un enorme impatto nell’universo giallorosso. Dzeko infatti, con i suoi 106 gol, è al quarto posto nella classifica dei cannonieri della storia giallorossa. Gli mancano solo 5 reti per agganciare sul podio una leggenda come Amedeo Amadei a quota 111 reti, per poi andare oltre le colonne d’Ercole e provare ad andare a caccia di mostri sacri come Totti (307) e Pruzzo (138).

Rinsaldato il rapporto con Paulo Fonseca dopo le ruggini estive – il momento di massima tensione c’è stato nell’intervallo della partita di Europa League contro il Siviglia -, scalare la graduatoria dei marcatori forse rappresenterebbe, per il centravanti bosniaco, l’unico modo per graffiare la storia della Roma per sempre, visto che tanti tifosi, pur apprezzandolo enormemente, non sono mai arrivati all’amore incondizionato, quasi illogico, che ha accompagnato attaccanti che hanno segnato meno e con percentuali inferiori alle sue. Strana la vita degli idoli delle folle, chiamati a perdersi e ritrovarsi, a volte, anche nel giro di una sola settimana. Sarà per questo che Dzeko sa che gli basterà poco per lasciarsi dietro alle spalle questo momento. La cura per la malinconia, per chi ha il suo ruolo, d’altronde, è sempre la stessa: fare gol. E vedrete che ce la farà.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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