Rassegna stampa
Dzeko, ci pensa sempre lui: “Un gol alla Van Basten”
TORINO-ROMA DZEKO – Al minuto numero 60 di Torino-Roma, Eusebio Di Francesco ha iniziato a fare le prove. Prove da 90 milioni, come quelli entrati dalla panchina. Ha tolto El Shaarawy e inserito Cristante (30 complessivi tra prestito, obbligo di riscatto e bonus) avanzando Pastore alto a sinistra, poi ha fatto uscire Under e messo Kluivert (18), infine ha richiamato Pastore e si è giocato la carta Schick (42, un anno fa).
Dzeko, di solito, non si lascia andare a esultanze così: stavolta, però il gigante buono si è trasformato, si è tolto la maglia e si è andato a prendere l’abbraccio dei tifosi. Dzeko, e anche i due pali (uno per tempo) colpiti lo dimostrano, non è uno che ci mette tanto a carburare: come ieri, segnò alla prima due anni fa contro l’Udinese, mentre negli anni dispari (contro la Juve nel 2015 e contro l’Inter nel 2017) si è sbloccato alla seconda giornata.
E la Roma, per la terza stagione di fila, vince e resta con la porta inviolata all’esordio. «Kluivert ha messo un cross bellissimo, ma il gol è stato ancora più bello, quasi alla Van Basten – scherza il bosniaco – Anche l’anno scorso ne ho segnato uno simile (contro il Chelsea, ndr), ma penso che questo sia uno dei tre più belli della mia carriera». Un gol che ha risolto una partita complicata per la Roma. «Ma è sempre difficile giocare a Torino. Anche noi, però, abbiamo fatto una buona partita con tante occasioni, il gol doveva arrivare». Arrivato sull’invenzione del più giovane: «Justin può cambiare le partite, ma questa è la mentalità che serve e questo è il contributo che devono dare i giocatori che entrano dalla panchina».
Difficile dire ad agosto se la Roma sia più forte dell’anno scorso: di sicuro, sembra più completa. «Mi auguro che diventi più forte – ancora Di Francesco – ma le chiacchiere stanno a zero. Sono contento per Pastore, che può essere un trequartista o una mezzala: cambia poco, conta la sua predisposizione a giocare per la squadra. E sono contento per Olsen che, a parte qualche piccola incertezza, ha avuto grande dimestichezza con il pallone». La fortuna e il Var hanno salvato Olsen, al resto ha pensato Dzeko.
(Corriere della Sera)
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