CALCIOMERCATO AS ROMA DZEKO INTER – Edin Dzeko è il centravanti dell’Inter in pectore, ma oggi a Monza non potrà fare a spallate con i marcantoni della Dinamo Kiev: paradossi del mercato in tempi di crisi. Il bosniaco è l’erede designato di Lukaku — non il compito più semplice nella Milano del 2021 —, eppure è intrappolato nella sua vecchia vita, circostanza che non fa felice né lui né il nuovo club, scrive La Gazzetta dello Sport.
Nonostante visite, cena di squadra, corse ad Appiano e pure foto con gli ultrà della Nord con sciarpona nerazzurra in bella vista, il bosniaco non è ancora ufficialmente un giocatore dell’Inter. Atterrato mercoledì mattina tra flash speranze, ha superato subito tutti i passaggi burocratici (dai test medici all’idoneità), ma deve ancora mordere il freno. Dopo tre giorni in bilico, a meno di risoluzioni in extremis, non potrà giocare oggi pomeriggio l’ultima amichevole prima dell’esordio in campionato.
C’è una mensilità arretrata che balla ancora con la Roma e crea uno stallo inatteso, fastidioso. Nel dettaglio, Edin avanza ancora dei pagamenti relativi al mese di luglio, meno di 400 mila euro, e non ha la minima intenzione di rinunciarvi: questione di principio, visto che lo scorso mese era un dipendente giallorosso. Dall’altro lato, il club della Capitale sente di aver già fatto un beau geste liberando il suo vecchio attaccante, che sarebbe andato in scadenza, praticamente a zero in virtù di una vecchia promessa tra gentiluomini: a Dzeko era stato garantito il diritto di accordarsi con un altro club gradito che gli avrebbe offerto un biennale. La parola è stata onorata anche grazie all’intervento di José Mourinho.
A questo punto, però, dall’altro lato della barricata, anche Tiago Pinto è integerrimo: il d.s. portoghese chiede un gesto di responsabilità del giocatore, anche come forma di riconoscenza per il club che lo ha coccolato per sei stagioni. Il fatto che Pinto sia impegnato a Londra nella caccia all’erede dello stesso Dzeko non aiuta, ma di certo questo finale non è da commedia romantica.
In una posizione defilata c’è poi una osservatrice, non proprio neutrale, che inizia a spazientirsi: l’Inter, non direttamente coinvolta nella polemica tra i vecchi innamorati, subisce la situazione. Inzaghi non può certo essere contento anche perché è il più penalizzato: avrebbe voluto allenare il nuovo 9 e, invece, si è dovuto limitare ad osservarlo nella prima seduta individuale. Dzeko ha potuto svolgerla solo ieri col permesso dell’ex club. Ma ancor di più al tecnico pesa non schierarlo a Monza contro avversari fisicati. In cuor suo, Inzaghi conserva la speranza di potergli concedere almeno qualche minuto con la Dinamo, ma per farlo servirebbe un’intesa in extremis stamattina tra parti distanti e barricate nelle loro posizioni.
Un minimo di ottimismo per immaginare Edin in campo resiste perché è convinzione comune che lo stallo non andrà per le lunghe: questione di buon senso e di urgenze del campo. Del resto, da tempo tra i due club è tutto deciso e controfirmato: alla Roma sarà corrisposto un bonus da 1,8 milioni in caso di qualificazione Champions. Il giocatore è da giorni organico alla famiglia interista: a Milano percepirà uno stipendio da 6 milioni più bonus fino al 2023. Per il resto, cerca con la moglie Amra una casa che possa sostituire nei loro cuori l’adorata villa di Casalpalocco, a Roma, e passa le giornate ad Appiano. Sta scoprendo un po’ alla volta il nuovo mondo grazie al compagno-amico Kolarov.
Il via libera per allenarsi da solo è una prima liberazione, in attesa di faticare con il resto della truppa. Del resto, sabato prossimo non si potrà prescindere dal nuovo centravanti: contro il Genoa l’Inter toglierà via il velo, ma mostrerà al mondo un attacco ammaccato e sperimentale. Per l’esordio in campionato con lo scudetto sul petto Edin non sarà accompagnato né dal futuro partner né dal primo sostituto cileno. Nel dettaglio, Lautaro Martinez, oltre che dalla squalifica, è fermato da un infortunio che lo bloccherà per un po’.
Ieri mattina, poco dopo Dumfries, pure l’argentino si è presentato all’Humanitas di Rozzano per dei controlli strumentali: la circostanza ha spaventato per qualche ora, ma è stato trovato solo un lieve risentimento muscolare allo psoas. Il Toro non si allenerà nei prossimi giorni e verrà valutato con calma: l’obiettivo è averlo nella seconda partita di A, il 27 agosto a Verona. Quel giorno non sarà disponibile neanche Alexis Sanchez per cui serve pazienza supplementare: il suo ritorno dal guaio al polpaccio è previsto dopo la sosta delle nazionali.
Vista questa penuria di punte, la presenza di un Dzeko a pieno servizio diventa vitale. Edin col Genoa non sarà solo perché dovrebbe fargli compagnia il baby rampante Satriano. Sempre che il mercato non dia un’accelerazione improvvisa e regali a Inzaghi una nuova punta. Nell’attesa, abbracciare Edin sarebbe già un primo passo verso la normalità.
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