Edin prende 10, ma la lode gliela dà un argentino che di recente è stato inserito nella «Hall of Fame» giallorossa, di nome faceva Gabriel Omar e a Roma per tutti era il Re Leone. Dieci gol nelle prime 10 giornate in campionato, da queste parti, non si vedevano dai tempi di Batistuta. Dzeko ha fatto copia e incolla: sempre più capocannoniere, sempre più trascinatore di una squadra che passeggia per la via Emilia con la consapevolezza di una grande e con la leggerezza di un centravanti che fa tutto e tutto bene. Un’altra doppietta, la terza, che vale un primato per un centravanti che segna da quattro partite consecutive: non gli riusciva dall’agosto 2011, in Premier League, quando Dzeko studiava l’inglese e l’italiano sì e no lo riconosceva. Oggi lo parla come parla in campo: «Ho fatto ciò che dovevo: segnare. Abbiamo ribaltato una partita molto difficile – ha detto il bosniaco –. Faccio i gol per la Roma, per vincere. E si fa tutti insieme, anche con i nostri tifosi: così è tutto più facile». Quei tifosi che ora lo applaudono anche quando torna indietro invece di puntare la porta avversaria: «Il passato non conta più. Abbiamo mostrato carattere e personalità nel secondo tempo, ha giocato solo la Roma. Lo scudetto? Pensiamo a una partita alla volta. Spero solo che questa serata non sia rovinata dal k.o. di Florenzi».
RE LEONE – La sua stagione, invece, non la rovina più nessuno. In giornata era tornato di moda un video che riprendeva Edin in una discoteca dare mance generose. In campo invece Dzeko è tirchio come dev’essere un attaccante: le briciole ai difensori avversari, i piatti forti per Spalletti e per la figlia Una, che non ha ancora nove mesi ma in casa è presenza fissa davanti alla tv quando gioca il papà. Una è nata lo scorso febbraio, proprio mentre la Roma (anche allora) vinceva con il Sassuolo. Edin di quella squadra era un contorno. Oggi è nel menu degustazione. E si mangia bene, nel ristorante bosniaco. Sullo sfondo c’è una tv che alterna le giocate di Edin, in serie traversa, sinistro vincente, rigore conquistato, rigore trasformato e pallone per El Shaarawy che avvia il 3-1. Qua e là pure qualche spezzone di Simba, così, giusto per un flashback di una quindicina d’anni.
(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)
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