Patrik Schick

(Il Tempo – E. Menghi) Schick, Dzeko e il 4-3-3 ora si sposano alla perfezione. Destini apparentemente inconciliabili si sono scoperti affini, e perché no vincenti, con otto mesi di ritardo, attese e aspettative. I bomber dell’Est non si calpestano più i piedi e soprattutto hanno iniziato a parlare la stessa lingua, quella del gol (oltre al ceco che Edin conosce a meraviglia: «Così comunichiamo in campo tra di noi», testimonia Patrik). È la prima volta che segnano entrambi nella stessa partita, ci erano andati vicini col Barcellona quando l’ex Sampdoria ha sfiorato il palo, da qualche settimana è sbocciato il feeling e Di Francesco si augura che duri, perché è con questo assetto e con questi uomini (o quasi) che tenterà l’impresa mercoledì. Schick si è conquistato in campo la seconda chance in Europa, da una partita «normale» col Chievo, in cui ha confermato di essersi sbloccato sotto porta e di avere un’altra testa, decisamente più libera, a una notte unica, in cui sarà dentro o fuori, tutto o niente. Lui ci sarà, gli attaccanti sono contati viste le assenze di Perotti e Defrel, e nessuno più del ceco ha dimostrato di volere quella maglia, di meritarsela: «Forse ho giocato la miglior gara da quando sono qui, ho fatto gol, l’intesa con Edin migliora, il lavoro che fai ti torna sempre indietro». Ha migliorato anche l’italiano Patrik, che senza dubbio si sta impegnando per far cambiare idea a chi riteneva che fosse impossibile schierarlo al fianco di Dzeko. «Ha cominciato a capire la Roma», sintetizza Di Francesco, e ha smentito tutti riuscendo a muoversi vicino a un’altra punta, in un ruolo in cui si è dovuto un po’ adattare. «Non devono mica sposarsi, solo giocare insieme», diceva qualche tempo fa l’allenatore, che fin dall’inizio ha creduto in questa strana coppia, ma senza il sostegno dei fatti aveva avuto il coraggio di accantonare il progetto tattico, rivederlo, aspettare il momento giusto per tirarlo fuori di nuovo. A un certo punto ha iniziato ad alternare i due, facendo fare a Schick il vero vice Dzeko e non l’ala che desiderava diventasse. Ma dopo una serie di tentativi a vuoto, ecco la soddisfazione. Ha avuto ragione il tecnico, alla fine: Dzeko-Schick si può fare anche col 4-3-3. Col Liverpool un altro esame, decisivo per la Roma: «Dobbiamo crederci, sappiamo che sarà molto difficile, possiamo fare 3 gol anche ai Reds se ci siamo riusciti col Barcellona. Sonoforti davanti, meno dietro: dobbiamo attaccare di più e sfruttare il loro punto debole», professa ottimismo l’ex blucerchiato. Non è da meno Edin, che ha dato il via al sogno rimonta ai quarti di finale: «Magari ripetere Roma-Barcellona… Lo stadio sarà pieno, ci proviamo. Ma non guardiamo indietro, non voglio pensare agli errori da non fare, ci servirà una grande prestazione questo sì. Dovremo essere pronti». Alisson ha scaldato i guantoni parando il quarto rigore della sua carriera e Dzeko lo ha voluto ringraziare nel post partita: «Senza di lui poteva finire diversamente. Ci serviva la vittoria per la prossima Champions». I suoi gol, 23 in stagione, sono linfa vitale per la squadra, tenuta in vita a Liverpool dal suo bomber, che adesso ha un compagno d’attacco con cui s’intende a meraviglia. Schick ha tolto il freno a meno e spera di poter dare una svolta a quest’annata con un centro davvero pesante: «Un gol mercoledì? Lo farò…». Una promessa col sorriso, quello che finalmente ha ritrovato.



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