Da piccola succursale di Sarajevo a meta di transito, la Roma non è più la “casa” dei bosniaci. Il primo se n’è andato, Pjanic, gli altri due sono pronti a imitarlo. Zukanovic e, soprattutto, Dzeko. Ufficialmente il centravanti non è sul mercato, ma è una versione che serve a temporeggiare e potrebbe cambiare in fretta. Dipenderà dalle offerte di mercato. Finora Dzeko ha ricevuto proposte concrete solo dalla Cina, una destinazione che ha scartato in partenza. Il Sunderland è un opzione di ripiego, l’Inter una porta che potrebbe aprirsi nel momento in cui Icardi dovesse lasciare Milan. Intanto sabato a Dubrovnik Edin ha visto Italia-Germania in tv insieme a Perisic e al viola Kalinic. Un amico, insomma, non gli mancherebbe all’Inter, oltre a un allenatore che lo conosce bene e lo stima come Mancini. Per adesso lo aspetta il ritiro con la Roma, agli ordini di un tecnico che invece rappresenta il principale motivo della sua voglia di fuga. Spalletti non lo considera un titolare e lo ha ribadito ai dirigenti che, a loro volta, si trovano così nella scomoda posizione di dover difendere un patrimonio del club: è costato 14 milioni e ne guadagna quasi 5 netti all’anno. Dipendesse da Sabatini, Dzeko meriterebbe un’altra chance ma se il procuratore dovesse portargli sul tavolo delle soluzioni alternative il diesse le prenderà in considerazione. Com’è giusto che sia.
Non è molto diversa la situazione di Zukanovic, bocciato da Spalletti e intenzionato a salutare quanto prima. Lo hanno cercato Atalanta e Palermo, qualche segnale è arrivato dalla Germania. La Roma lo ha pagato 4 milioni tra prestito e riscatto già esercitato e si accontenterà di una cifra simile. Dato per fatto il prestito di Castan alla Sampdoria, in lista d’uscita ci sono anche Paredes, Sanabria, Torosidis, Gyomber e Vainqueur, oltre a Ljajic e Iago Falque che sono arrivati a un passo dal Torino ma le resistenze del serbo hanno bloccato la doppia operazione, chiusa a circa 8 milioni complessivi tra le società. Ljajic preferisce la Spagna e strizza l’occhio al Celta Vigo, se non va da Mihajlovic rischia di saltare pure il trasferimento di Iago Falque. Paredes ha invece rifiutato lo Zenit (offriva 15 milioni) e la Roma non lo ha liberato per le Olimpiadi. Come Dzeko e Zukanovic, l’argentino rischia di partire intanto per il ritiro senza la fiducia piena di Spalletti. La Russia non piace neppure a Sanabria (ha detto no al Rubin Kazan), ora “flirta” col Tottenham: richiesta giallorossa di 15 milioni, con una percentuale da girare al Barcellona. Sabatini spera di chiudere qualche cessione in settimana per poi accelerare sugli acquisti.
Ieri altra domenica di lavoro per il dirigente a Trigoria, domani lo raggiungerà Spalletti e giovedì arriveranno i giocatori. Oggi sbarca dal Brasile Gerson, domani è il turno di Alisson, che dovrà giocarsi il posto con Szczesny: balla ancora un milione con l’Arsenal, da capire se verrà versato come pagamento del prestito (con diritto di riscatto fissato a 18 milioni) oppure direttamente per lo stipendio del portiere. Gli extracomunitari Alisson e Gerson potranno essere tesserati subito grazie a Castan, che ha appena ottenuto la cittadinanza italiana. Mario Rui firmerà a giorni, per Schick siamo allo strappo finale nella volata con la Samp, nel frattempo si decide su Caceres e Zabaleta, La Roma ha l’accordo triennale con l’uruguaiano ma vuole le ultime garanzie sulle sue condizioni fisiche prima di formalizzare il contratto, Zabaleta deve dare una risposta nelle prossime ore. Poi serve almeno un centrale, più facile arrivare a Juan Jesus piuttosto che a Vermaelen.
(Il Tempo – A. Austini)
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