Un gol segnato, quello fondamentale del 2-2, ed un rigore procurato a tempo scaduto (e poi trasformato da Totti) che ha dato i tre punti alla Roma. Sulla vittoria dei giallorossi c’è anche la firma di Edin Dzeko, che per la seconda volta consecutiva ha cominciato dalla panchina. Come a Cagliari (2-2 il risultato), il 28 agosto scorso, prima della sosta, dove aveva servito l’assist per il gol di Strootman, il suo ingresso in campo ha cambiato il volto alla squadra. Delle nove reti realizzate in campionato dalla Roma, in sei occasioni (2 gol, 2 assist e 2 rigori procurati) c’è lo zampino del bosniaco. «È stata una vittoria meritata – la sua analisi – nel primo tempo abbiamo sofferto, poi potevamo fare sette o otto gol. Per intensità, la ripresa è sembrata durare 120 minuti, ci abbiamo messo la mentalità giusta. È stato un tempo perfetto». Dzeko sembra un calciatore diverso rispetto a quello dello scorso anno. «Già dal precampionato avevo detto che sarebbe andato tutto meglio. Totti? Spero di giocare più spesso con lui». Il rigore procurato ha fatto infuriare il presidente sampdoriano Ferrero («Dzeko è un attore, lo chiamerò per girare Fantozzi»), ma a difenderlo pensa Spalletti. «Edin non cade mai ed è il più leale di tutti: a volte gli dicono che è un pollo perché resta sempre in piedi. Era rigore netto, chi dice il contrario è di parte».
(Corriere della Sera – G. Piacentini)
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