Edin Dzeko

(Il Tempo – E. Menghi) Parole e prove in conflitto nella strana vigilia di Qarabag-Roma. «Dzeko giocherà dall’inizio», giura Di Francesco nella sala stampa dell’Azersun Arena di Baku, mezz’ora dopo nella rifinitura, lontano dalle telecamere, schiera Defrel centravanti. Dov’è il bluff? Il tecnico potrebbe aver indirizzato male gli avversari o aver cambiato idea durante l’allenamento, ma è possibile anche che il test con il francese punta valesse solo per uno spezzone di gara. Un piccolo giallo c’è e il dubbio verrà sciolto poco prima delle 18, ma certo non è un mistero l’intenzione dell’allenatore di spostare al centro dell’attacco il suo pupillo: «Gregoire è stato preso per essere il vice di Edin e pian piano lo riporterò lì», la promessa della settimana scorsa. La prima conferma sabato scorso, al minuto 69, quando Defrel ha dato il cambio al bosniaco e si è ripreso il posto che al Sassuolo gli era stato cucito addosso proprio da Di Francesco. Che però ieri in conferenza è tornato sui suoi passi: «Può rigiocare esterno a destra». Le idee le ha chiare in testa, è l’attualità a confonderlo con il suo mutare repentino. Con Schick in «manutenzione» per un po’, il tecnico ha pensato di allenare il francese da centravanti, come ha fatto anche ieri, mettendogli ai lati Under ed El Shaarawy, ma è occorso un altro problema che ha mescolato le carte in tavola: Perotti, già in dubbio per un taglio rimediato contro l’Udinese con tanto di 10 punti di sutura sulla caviglia, ha abbandonato in anticipo la rifinitura col ghiaccio dietro la coscia destra per un fastidio al flessore. E ora rischia di finire in tribuna (con più di un pizzico di preoccupazione in vista del Milan) regalando un posto in panchina a Gerson. Il forfait dell’argentino potrebbe spingere di nuovo Defrel sulla fascia e Dzeko in mezzo. Edin va alla ricerca della prima rete in Europa di una stagione che si sta rivelando più prolifica delle previsioni fatte dallo stesso bosniaco, inizialmente scettico sulla possibilità di bissare la splendida annata scorsa. Ma è in uno stato di forma che alimenta il bomber instinct e gli permette di non rifiatare, anche se è il più sfruttato insieme a Kolarov, altro titolare annunciato: «Loro due giocano. Mi servono determinate caratteristiche in campo, tutte le partite sono insidiose, anche se è vero che abbiamo un livello tecnico superiore al Qarabag». Qualcosa cambierà, soprattutto a centrocampo, dove Gonalons e Pellegrini sono favoriti su De Rossi e Strootman per fare compagnia a Nainggolan, che rischia ancora l’esclusione con la Nazionale e vuole dimostrare cosa si perderebbe il ct Martinez a non convocarlo. Florenzi può fare il jolly tra attacco e difesa a partita in corso, perché stavolta dovrebbe esserci Peres sulla fascia destra. Fazio partirà dalla panchina, tocca a Juan Jesus fare coppia con Manolas al centro della difesa. Si riformerebbe così la linea che ha permesso ad Alisson, nella serata dei miracoli, di restare imbattuto contro l’Atletico Madrid. Altro giro, altra corsa: a Baku la cosa più difficile, almeno sulla carta, non dovrebbe essere l’avversario, ma il consumo di energie tra minutaggio e fuso orario. La squadra si fermerà in Azerbaigian per la notte e partirà la mattina successiva per la capitale: è sconsigliato fare 4 ore e mezza di volo dopo una partita. Dettagli che possono fare la differenza.



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