Nell’ultima partita prima della sospensione dei campionati, il primo marzo a Cagliari, Paulo Fonseca fu costretto a lasciare fuori dalla formazione titolare Edin Dzeko.
Una scelta dettata dalla necessità di far riposare il proprio capitano, esausto perché fino a quel momento le aveva giocate praticamente tutte, con l’unica eccezione della trasferta in Austria col Wolfsberger in Europa League e delle gare in Coppa Italia contro Parma e Juventus, saltate per squalifica.
In quell’occasione le cose andarono bene per il tecnico portoghese, visto che Kalinic riuscì ad interrompere un digiuno di circa un anno e realizzò una doppietta fondamentale, ma se c’è un punto fermo per questo finale di stagione in casa romanista, quello è proprio il numero 9.
Durante la sospensione Edin ha avuto modo di ricaricare le batterie, rimanendo come tutti in famiglia e allenandosi in casa, ma ora è pronto a riprendersi la Roma sulle spalle. Nella prima parte della stagione lo ha fatto come sempre in carriera: segnando, 15 gol (12 in campionato e 3 in Europa League) in 32 partite ad una media di quasi un gol ogni due gare, e fornendo assist (9 in totale) per i compagni.
Nel gioco di Paulo Fonseca, insomma, Dzeko è realizzatore e rifinitore, una doppia qualità che lo rende indispensabile, e infatti il tecnico portoghese non rinuncia mai a lui, se non è costretto. Con la ripartenza sarà lo stesso. Nonostante con i suoi 34 anni sia uno dei più anziani del gruppo, Dzeko sarà chiamato a fare gli straordinari, considerando che si giocherà una volta ogni tre giorni: l’introduzione delle cinque sostituzioni da parte della Figc potrà essere un vantaggio per Fonseca nella gestione di Dzeko e degli altri intoccabili, come Smalling e Kolarov ad esempio.
Con 102 gol in maglia giallorossa, il bosniaco è al sesto posto (insieme a Vincenzo Montella) nella classifica dei marcatori romanisti di tutti i tempi: con Totti (307) e Pruzzo (138) irraggiungibili, il terzo gradino del podio di Amedeo Amadei (111) è un obiettivo possibile, così come è possibile raggiungere quota 300 reti (ora è fermo a 288) con le squadre di club.
Ad aiutarlo in questo finale di stagione avrà come alleato Henrikh Mkhitaryan, che dopo un avvio complicato da tanti problemi fisici, nelle ultime quattro partite prima della sosta aveva fatto capire a tutti le sue qualità con tre reti e due assist.
Un’accoppiata da almeno un gol a partita, che proverà a guidare la Roma nella rincorsa al quarto posto: l’obiettivo più importante, soprattutto per dare un po’ di ossigeno ai conti, in rosso, della società.
(Corriere della Sera)
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