Si consoli, Edin Dzeko. Perché «pippa» a Roma è termine che è stato/sarà accostato al 90% (percentuale ritoccabile all’insù) dei calciatori. Per dire: neppure è arrivato e ieri è stato dipinto così pure Moreno. Edin non fa eccezione, neppure ora che è l’uomo ad aver segnato più gol di tutti in Italia in una sola stagione. «In Bosnia mi chiamavano il lampadario – racconta al mensile francese «So Foot» –. Ma il calcio è così, ancora oggi se non segno per due gare mi dicono che sono una pippa. Bisogna difendersi. Leggo i giornali, ma non sono il tipo che va a vedere le statistiche, o il voto in pagella. Va messo un freno, se segui tutto alla fine vieni travolto».

ODE AL… 9 – E lui invece ha travolto gli avversari: «Ho battuto dei record, ma non sono qui per questo. Ho scelto il club per vincere qualcosa, quest’anno abbiamo mancato lo scudetto per dei dettagli. Resto convinto che si possa fare vincere con questo gruppo». Gruppo di cui non fa parte più Luciano Spalletti. «Rudi Garcia era troppo gentile: un buon tecnico, un uomo super, ma sapete come sono i calciatori, se sentono che possono fare quello che vogliono, lo fanno. Spalletti invece sa essere duro». Tanto da metterlo in panchina per mesi. La frecciata è servita: «Il numero 9 non morirà mai. Chi capisce di calcio sa che senza non si può giocare. Poco importa se alcuni allenatori pensano di stravolgere i moduli. Guadagno tanto? Non gioco a calcio per questo, ma anche per questo». E infine Totti: «È la classe assoluta, in campo e fuori è sempre lo stesso». E allora si consoli anche così, Dzeko: in tempi non sospetti Roma ha discusso pure Totti.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



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