Edin Dzeko

(Corriere della Sera) Basterebbero le parole di Daniele De Rossi a far capire quanto Dzeko sia diventato importante per la Roma. Se ne sono resi conto anche quelli che dopo la sua prima, non brillante, stagione non gli hanno risparmiato critiche feroci, e che storcevano il naso anche dopo i 37 gol che nel suo secondo anno in giallorosso gli hanno consentito di vincere il titolo di capocannoniere della serie A (29) e dell’Europa League (8). Dzeko ha giocato da trascinatore una stagione che, ad un certo punto, lo ha visto ad un passo dal trasferirsi al Chelsea. Le società erano d’accordo, Edin si è impuntato per rimanere e per poter vivere quelle «notti magiche» che lui stesso, con i suoi gol, ha regalato a tifosi e compagni. In Italia sarebbe potuto arrivare molto prima, ma non alla Roma. «Quando giocavo allo Zeljeznicar il mio sogno era il Milan, ci sono andato vicino dopo aver vinto il titolo con il Wolfsburg ma non mi hanno lasciato andare: per fortuna la mia carriera è andata bene ed in questo momento sono molto contento a Roma». Oltre alla soddisfazione per una stagione entusiasmante, c’è però un po’ di rammarico. «Forse non siamo ancora consapevoli dell’occasione che abbiamo perso in Champions: abbiamo segnato sei gol, eppure siamo usciti. Col Barcellona siamo stati super, in semifinale contro il Liverpool abbiamo fallito la gara di Anfield». Il d.s. Monchi è già al lavoro per provare a ripetersi. Per il centrocampo la Roma ha in mano il sì di Bryan Cristante, al quale è stato proposto un ingaggio di 2 milioni a stagione: resta da trovare l’accordo con l’Atalanta, che lo valuta 25 milioni, cifra che la Roma conta di raggiungere inserendo Defrel e il prestito di uno tra Tumminello, Antonucci e Gerson.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨