Edin Dzeko

(Corriere della Sera – G. Piacentini) Per uno che in carriera, tra squadre di club e nazionale, ha realizzato 297 reti, una tripletta segnata (ieri) in allenamento contro la formazione Primavera non dovrebbe avere un grosso significato. Edin Dzeko però vive per il gol, e come tutti i numeri 9 soffre quando rimane per troppo tempo a bocca asciutta. Il giorno del derby, sabato alle 18, saranno passati 48 giorni dalla sua ultima marcatura in campionato con il Milan (in mezzo c’è però la doppietta al Chelsea), un’eternità visti i ritmi realizzativi a cui aveva abituato tutti.

L’occasione per ricominciare arriva nella gara più importante per i tifosi. Alla Lazio ha già segnato due volte, sia all’andata sia al ritorno, nella sua prima stagione romanista, paradossalmente la peggiore della sua carriera. Lo scorso anno, invece, è rimasto a secco sia in campionato sia in Coppa Italia. A meno di una settimana dal match contro i biancocelesti, quindi, Eusebio Di Francesco si coccola il suo bomber, che a differenza dei 14 compagni che hanno risposto alla convocazione in Nazionale, durante questa sosta del campionato è rimasto a Trigoria a ricaricare le pile. Ne aveva bisogno, Dzeko, che tolto Alisson è il calciatore romanista con il maggior numero di minuti nelle gambe: 1330 su 1350 totali.

Un dato che rende bene l’idea di quanto il tecnico romanista faccia affidamento sulle qualità del suo centravanti. «Non è il momento di rinunciare ad Edin», ha sempre risposto Di Francesco a chi gli chiedeva perché il bosniaco non fosse sottoposto a turnover. E non solo perché con 10 gol (e 2 assist) in quindici gare (compresa la Champions League) ha tirato fuori la squadra dalle difficoltà incontrate soprattutto ad inizio stagione, Ma soprattutto perché Edin è ormai diventato un punto di riferimento per i compagni. Senza di lui, insomma, la squadra dovrebbe cambiare il modo di giocare, e per il tecnico non è ancora il momento. Per questo contro la formazione biancoceleste si ripartirà ancora una volta da Dzeko, che sarà affiancato da Perotti, sceso in campo per pochi minuti con l’Argentina nell’amichevole contro la Russia, ed El Shaarawy: tutti hanno già segnato alla Lazio. Dovranno solo ricordarsi come si fa.



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