Edin Dzeko e Cengiz Under

(Il Messaggero – A. Angeloni) Alla fine, eccolo. Come previsto, come tanti hanno sperato.Edin c’è, è vivo e lotta insieme a noi. E come si fa a non pensare che questa notte poteva non esserci. Pensiamoci infatti, poi non pensiamoci più: perché la Roma è ai quarti e non succedeva da tanto, Edin è ai quarti e non gli era mai accaduto. La Champions è dei campioni, lui lo è. Per i gol, sì. Per i modi gentili, anche. Per quello che sa dare, per come si mette a disposizione dei compagni, per come si è appassionato a Roma. «Non volevo andare via per vivere questo genere di partite», ha detto a Mediaset Premium dopo il successo con lo Shakhtar. «Tutta la stagione si aspettano serate come queste. Siamo riusciti nell’impresa di andare ai quarti, qui non succedeva da dieci anni. Ora siamo con le squadre più forti, ed è un orgoglio. Ma non voglio tornare al passato, sono felice della mia vita a Roma. L’interesse del Chelsea nei miei confronti era vero, ma come potete vedere io sto bene qui».

QUARTO GOL – E’ passato l’angelo e ha detto “amen”. Non si prende meriti particolari, anche se quel gol vale tanto e porta la sua firma indelebile: è una rete che vale doppio, essendo la sua prima in una fase ad eliminazione diretta in Champions League ed è anche il suo quarto gol nell’attuale competizione (il primo all’Olimpico), una gioia assaporata solo una volta in carriera, quando vestiva la maglia del Wolfsburg, Champions 2009/2010. «Tutti abbiamo fatto il nostro dovere, è un risultato che ci siamo meritati ampiamente», il modesto Edin. Venerdì c’è il sorteggio, arrivano i pericoli veri: dal City al Real Madrid. Il gioco si fa duro ed Edin, che era un buono, è diventato cattivo e non si spaventa. «Siamo tra le 8 più forti, quindi siamo forti anche noi».



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