La nuova vita di Edin Dzeko. Da sopportato a eroe, in poco tempo è cambiata la sua reputazione a Trigoria. La rincorsa all’indentità di bomber perduta era cominciata in estate, dopo aver valutato con la società la possibilità di andare via. Edin ci ha pensato per un po’, ma nessun progetto che gli era stato proposto lo aveva entusiasmato, più della possibilità di restare alla Roma e di dimostrare il suo valore. A lui restare nel posto dove lo aveva convinto ad andare Pjanic piaceva più di qualsiasi altra scommessa, che fosse in Inghilterra o in Turchia. Così si è messo a lavorare sodo, sin dai primi giorni di ritiro. E con lui Spalletti. L’allenatore gli è stato addosso, quasi tutti i giorni, per fargli capire meglio i movimenti, per aiutarlo a diventare più cattivo. E poi ha fatto molto anche il nuovo nutrizionista della Roma, Guido Rillo, biologo nutrizionista tra Roma e Benevento e specializzando in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana all’Università di Tor Vergata. Con i suoi consigli Dzeko ha cambiato alimentazione, con il giusto mix tra proteine, carboidrati e grassi. Il centravanti ne ha tratto beneficio.
IL RUOLO DI SPALLETTI – Lucio lo sprona, gli chiede di svolgere anche una grossa mole di lavoro difensivo, di aiutare i compagni. Nella nuova vita di Dzeko c’è molto dell’allenatore, che ha insistito nel voler ricostruire l’attacco dello scorso anno con l’aggiunta del bosniaco. A volte il tecnico è stato anche molto duro, come lo è stato con altri giocatori. Lo sprona in pubblico, ma ha spesso puntato su di lui. E i risultati gli stanno dando ragione. Ieri Spalletti è tornato a parlare di Dzeko: «Adesso è giustamente celebrato per quello che ha fatto. C’è differenza tra la partita contro l’Inter e le altre, ma c’è differenza anche in quello che potrebbe fare rispetto a quello che ha fatto domenica. Con lui ho usato diversi metodi per smuoverlo. Con le riunioni, gli incontri personali: ora qualcosa si vede. Edin va trattato per quello che lui sa fare e le potenzialità ci sono, alcune volte non le usa a pieno e abbiamo l’obbligo di evidenziarlo». Contro l’Inter Dzeko ha segnato, ma ha lavorato molto anche per la squadra: «Questo rientra in quelle che sono le sue qualità. Lui è un attaccante completo. Può fare anche il centravanti di movimento. Gli manca solo un po’ di carattere. Ormai possiamo dirlo, perché non gli facciamo del male, ma è una constatazione. Ogni tanto abbassa il livello di cattiveria agonistica che poi è quella che nutre la prestazione. Bisogna farlo diventare più cattivo». Senza più le serate trascorse insieme a Pjanic e Zukanovic, i due connazionali che hanno lasciato la Roma in estate, non ha più l’appoggio di Michele Gerbino, che lo aveva accolto nella Capitale e che oggi vive spesso a Torino per occuparsi di Pjanic. Dzeko non si è perso d’animo, ha legato sin da subito con tutti i suoi compagni, ha un feeling speciale con De Rossi (che lo ha difeso affrontando polemicamente i tifosi) e con Strootman, ma ha un buon rapporto con tutti, a cominciare da Totti. A Trigoria tutti gli vogliono bene, dai dirigenti agli uscieri, perché Edin è un ragazzo molto educato ed è disponibile con tutti, anche per quanto riguarda gli eventi della società.
LE ROSE – E’ molto felice di vivere a Roma anche la moglie Amra Silajdzic, la modella bosniaca che nei mesi scorsi le ha regalato una figlia, nata nella Capitale. Venerdì era il compleanno di Amra. Edin, impegnato a Trigoria per la doppia seduta di allenamento, ha chiesto il permesso di lasciare Trigoria tra un allenamento e l’altro ed è corso dal più grande fioraio dell’Axa e ha portato alla moglie un cesto di rose rosse. Poi è tornato ad allenarsi. La coppia vive a Palocco, nella villa con piscina che era stata di Burdisso. La sua vita è cambiata a suon di gol. Perché questo si aspettano i tifosi da lui. Con cinque reti insegue a una sola lunghezza di distanza i capocannonieri del campionato, Icardi, Higuain e Bacca. I tifosi lo hanno sempre sostenuto, anche quando (spesso) ha calciato in curva palloni invitanti da posizioni favorevoli. Ha avuto una buon accoglienza sin dall’inizio, da quando ad agosto dello scorso anno trovò a Fiumicino quattromila fan festanti ad aspettarlo.
(Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo)
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