Il paradosso del ritorno alla vittoria (3-0) di una Roma stretta in campionato dal doppio impegno d’Europa League, è che anche il successo sul Palermo (l’ottavo in trasferta) passa, in qualche modo, per Lione. Dopo tre ko consecutivi – ultimo quello in Francia di giovedì scorso – è la scelta di schierare Grenier a risultare vincente, per uno Spalletti ancora scosso dalle parole di Pallotta, ma abile (e coraggioso) nel rischiare un turnover piuttosto massiccio. Ed è proprio il centrocampista transalpino, in prestito dal Lione, e non utilizzabile in coppa, a trasformarsi nella chiave di volta di una serata che riapre le valvole d’ossigeno per il gruppo giallorosso. Anche se a far discutere sarà il rifiuto di Francesco Totti, sul 2-0 per la Roma, di scendere in campo. Il capitano, su sollecitazione di Spalletti che gli chiedeva di giocare l’ultimo quarto d’ora, ha risposto di avere un leggero mal di schiena e, quindi, di non sentirsela. Probabilmente stranito per non essere stato utilizzato di più, e sempre in bilico nel rapporto col tecnico, chissà che il numero dieci non abbia preferito rifugiarsi in un acciacco diplomatico.
«Una vittoria importante perché l’ultima settimana non è stata bella per noi – il sollievo di Dzeko, al ventesimo gol in campionato, il trentesimo stagionale – abbiamo fatto tre gol, non subendone nessuno, e questo è importante, sia per la fiducia, sia per giovedì. Oggi ha giocato chi di solito scende in campo di meno ma ha fatto molto bene». Si gode la prima da titolare Grenier – finora solamente pochi minuti con la Fiorentina – regalando l’assist per il gol di El Shaarawy, dimostrando di avere grandi qualità propositive. Torna al gol, dopo quattro partite, Dzeko, mentre la terza rete è firmata da Bruno Peres.
Torna sulle parole di Pallotta, il dg Baldissoni. Il presidente aveva definito «senza benzina» la squadra di Lione, e messo in discussione il mercato di Sabatini nella scorsa estate e le scelte di Spalletti contro il Napoli. «Ma ha parlato in contesto rilassato – minimizza il dirigente giallorosso – poi le dichiarazioni sono state trascritte male, lui ha solo cercato di difendere i giocatori. Non sono diventati scarsi e negligenti, sono solo reduci da un ciclo di partite difficili. Pallotta ha voluto precisare il suo pensiero, quindi non penso si possa mettere in dubbio ». Dentro Trigoria si fanno un po’ i salti mortali per arginare (e spiegare) l’irruenza del presidente statunitense, mentre si tenta di spiegare quale sia il progetto societario per il futuro. «Abbiamo acquisito una società in difficoltà finanziaria e tecnico-anagrafica. Stiamo cercando di esser competitivi nel minor tempo possibile, prendendo giocatori giovani, vendendone altri per fare plusvalenze. Continueremo a investire nel nostro settore giovanile, parlando di come sviluppare meglio i giovani per farli arrivare al professionismo. Oggi si mandano tutti in prestito, mentre in Spagna ci sono le seconde squadre. Dobbiamo parlare più spesso di questo tema».
(La Repubblica – F. Ferrazza)
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