(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) «Son portiere e attaccante» andrebbe bene se fosse un cartone animato. Ma no dai, va bene lo stesso, perché Ibrahim Sehic ed Edin Dzekostasera avranno pure maglie, obiettivi e sensazioni diverse per buoni 90 minuti. Ma i progetti no. Il cuore batte bosniaco. Batte Zeljeznicar, il club di Sarajevo nel quale il portiere del Qarabag e la punta della Roma sono cresciuti. Squadra che Dzeko non smette di onorare un mese sì e l’altro pure: quando è una visita, quando un post su Facebook.
INSIEME – E allora eccoli qua, Dzeko e Sehic, compagni di nazionale, ragazzi diventati uomini nel quartiere di Grbavica. Un anno e mezzo fa – marzo 2016 – il telefono di Ibrahim squilla, sul display il nome di Edin. «Dobbiamo fare qualcosa per il Grbavica stadion (l’impianto dello Zeljeznicar, ndr), hanno bisogno d’aiuto». Idea raccolta, detto fatto. I due si mettono d’accordo, coinvolgono anche un altro compagno, Semir Stilic,ora in Polonia al Wisla Plock. A Sarajevo la chiamavano «campagna d’Europa del Grbavica»: per far sì che lo stadio potesse ospitare match europei erano necessari alcuni lavori di ristrutturazione, oltre che di ampliamento della tribuna est. E così Sehic ha donato fondi per risistemare 50 poltrone, mentre Dzeko si è occupato di 30 sedute, 30 bagni e 30 panchine per altri posti. Tutto il mondo è paese: i lavori sarebbero dovuto durare due mesi, ne sono serviti dieci di più. Ma lo scorso marzo Dzeko è tornato a Sarajevo e ha verificato di persona: capienza a 13.500 posti, tribuna est di oltre 4mila. Il Grbavica a luglio ha ospitato i preliminari di Europa League: nel 2015, per dire, lo Zeljeznicar fu costretto a giocarli nell’impianto dei rivali dell’Fk Sarajevo, un po’ come se il Torino disputasse le coppe allo Juventus Stadium. Ora non accadrà più, grazie (anche) a Edin e Ibrahim. Che il 7 ottobre lo spettacolo se lo godranno dal vivo: la Bosnia ospiterà il Belgio proprio al Grbavica. Uno stadio nuovo per inseguire il Mondiale. Forse era tutto calcolato.
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