Tre anni dopo, stesso balconcino, identica vista, nuova padrona di casa. Quello che c’era prima era entusiasta, questa un filino meno, ma è meno cattiva di come la dipingono. Ieri, oggi e domani, la stessa preghiera, non solo per il bene dello stadio della Roma ma di tutta la città: di non ritrovarsi tra tre anni sullo stesso balcone, con identica vista e un nuovo padrone.
SORRIDETE In tre anni tante cose sono successe, alla Roma, allo stadio, al Comune. Un sindaco buttato giù da cavallo, un commissario che ha tenuto in piedi la baracca, una sindaca eletta con la fanfara. I problemi, però, si sono presentati subito: dentro e fuori la Giunta, dentro e fuori il Movimento, dentro e fuori la città. In questa tempesta perenne che è diventato governare Roma, la Raggi ha confermato, almeno finora, il «no» a Roma 2024 (e vedremo se, come e quando lo ufficializzerà) e il «ni» al dossier Tor di Valle, verso il quale la posizione grillina è stata sempre critica (come testimonia il «no» di due anni fa alla delibera del consiglio comunale), ma mai pregiudiziale. Anzi, a fronte di un incontro ancora da fissare con Malagò, quel che Pallotta porta a casa da questa doppietta istituzionale, martedì in Regione, ieri in Campidoglio, è la garanzia che nei prossimi sei mesi, durante la Conferenza di servizi, le istituzioni vigileranno sull’interesse pubblico dell’opera, senza dimenticare quello privato. Come prevede la legge, del resto. E, dunque, come ha fatto intendere la sindaca, per cui l’incontro con Pallotta è stato «assolutamente cordiale, e ci siamo presi l’impegno di parlare del progetto dal prossimo appuntamento», si potrà discutere, con cordialità appunto, di alcuni aspetti del progetto che non convincono pienamente la nuova Giunta e sui quali i proponenti sono disposti a cedere qualcosa. Si potrà fare, non sarà facile preservare l’interesse pubblico del progetto senza fargli mancare l’equilibrio economico, ma è interesse di tutti provarci e riuscirci. Magari inserendo nella «trattativa» anche una nuova collaborazione, annunciata ieri dalla Raggi «per iniziative legate allo sport in generale». E curiosamente, per altri progetti, nelle stesse ore il presidente della Lazio Lotito è stato visto negli uffici comunali, all’Ostiense.
PRONTI, VIA Ovvio che Pallotta – al quale la Raggi avrebbe pure confidato di non essere una tifosa, ma di provenire da una famiglia laziale – sia entusiasta, tanto da lanciarsi in una previsione (occhio, perché le precedenti…): «Ottimo incontro, non avevo dubbi. Mai avuto problemi co n l’amministrazione, vedrete che per la fine dell’inverno inizieremo a costruire».
(Gazzetta dello Sport – A. Catapano)
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