Acquolina in bocca. Quella che viene alla Roma ritrovandosi appaiata col Milan al secondo posto e, soprattutto, a due punti di distanza dalla Juventus capolista. Merito del successo dei giallorossi contro il Palermo, un 4-1 santificato dalle reti di Salah, Paredes, El Shaarawy e del capocannoniere Dzeko – giunto a quota 8 gol in 9 partite – a cui si è aggiunta quella della bandiera di Quaison. Il risultato comunque è meno scontato di quanto si possa immaginare, visto che fino a ieri i rosanero erano l’unica squadra imbattuta in trasferta del campionato. Davanti alle leggende della «Hall of fame» celebrate ieri, la squadra di Spalletti, nonostante l’impegno di giovedì in Europa League, è apparsa efficace quanto basta per centrare la terza vittoria consecutiva in Serie A (la quinta consecutiva in casa) e rilanciarsi così al vertice.
STORIE DI FARAONI – Risparmiato in avvio l’acciaccato Florenzi, che entrerà solo nella ripresa al posto di Juan Jesus, la Roma sposta Emerson sulla fascia più desueta, la destra. È proprio il brasiliano a fungere da ago della bilancia del sistema, visto che il 4-2-3-1 di partenza diventa presto il modulo che prevede la retroguardia «a tre e mezzo» vista già a Napoli una settimana fa, con Emerson che sale sulla linea mediana per affiancare i centrocampisti, mentre il giro palla difensivo diventa a tre, grazie all’accentramento di Juan Jesus. Davanti Nainggolan è chiamato a fare il guastatore alle spalle di Salah e Dzeko, mentre El Shaarawy è impostato quasi a giocare a tutta fascia quando le condizioni lo prevedono. Tutto sommato, con questa modifica in corsa, è più facile specchiarsi nel 3-4-2-1 del Palermo, che prevede Diamanti e Chocev in pressione sui portatori di palla De Rossi e Paredes, più che in appoggio al solitario Nestorovski. Il pressing ordinato da Spalletti in avvio prova a dare una scossa a un inizio che vede il Faraone assai attivo, visto che al 13’, servito da Dzeko, spreca da buona posizione e al 18’ costringe Posavec alla deviazione, col portiere rosanero che si ripete due minuti dopo su bella conclusione di Emerson. Il Palermo si difende in modo ordinato ma non sa approfittare degli spazi che gli si aprono davanti; e così è la Roma a passare quando al 31’, imbeccato da Dzeko, Salah anticipa Cionek e batte un Posavec stavolta non impeccabile. Lo choc scuote un po’ i rosanero, che però si fanno vivi solo con una punizione di Diamanti alta di poco.
POSAVEC FLOP – La partita però resta in bilico solo per poco, visto che al 7’ della ripresa – con la Roma tornata a 4 in difesa con l’ingresso di Florenzi –, da una punizione defilata dalla sinistra battuta da Paredes, Posavec interviene goffamente e guarda la palla infilarsi in porta. A sancire la doccia anticipata però tocca a Szczesny, che all’11’ interviene bene due volte: prima su tiro da fuori di Diamanti e poi, dal successivo angolo, su colpo di testa di Andelkovic sotto misura. Il segnale di vita rosanero è interessante, ma anestetizzato in fretta con un possesso palla giallorosso ottimo (sarà del 61% nella ripresa); quanto basta per congelare la partita è lanciarsi negli spazi. E proprio in questi si tuffa la Roma al 23’, quando una ripartenza di Salah innesca Florenzi che di prima serve Dzeko, bravo a fulminare Posavec. Finita? Virtualmente, perché il match vivrà ancora tre emozioni: la rete della bandiera rosanero, giunta su conclusione del neo entrato Quaison, il cui tiro viene anche deviato da Manolas (35’), e infine il poker giallorosso, propiziato ancora da una incursione di Salah, che El Shaarawy conclude in rete (37’). Insomma, buon per Posavec che al 47’ De Rossi, dopo averlo scartato, non trovi la porta, mentre sulla conclusione successiva El Shaarawy conclude alto. Ma il 4-1 basta alla Roma sotto tutti i punti di vista, anche per confermarsi l’attacco migliore del campionato. Anzi, 23 gol in 9 giornate i giallorossi li avevano segnati solo nel 1960-61 (25) e 2013-14 (23). Certo, in entrambi i casi non fu scudetto, ma adesso sarebbe sbagliato impedirsi di sognare.
(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini)
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