Il tam tam parte dai fedelissimi della sindaca e si propaga fino ai consiglieri comunali. L’ordine di scuderia è fare le pulci a tutti gli atti firmati da Paolo Berdini da quando è assessore all’Urbanistica: determine e delibere, pareri e relazioni. Per scovare errori e contraddizioni come ad esempio il lavoro svolto sui Piani di zona. Trovare «qualcosa», una falla «amministrativa» che vada oltre le dichiarazioni sulla «sindaca impreparata» della settimana scorsa e che possa aiutare a metterlo definitivamente fuori dalla giunta. Qualcosa, soprattutto, che possa mettere in secondo piano la sua netta contrapposizione al progetto Tor di Valle, giudicato da Berdini come «la più imponente speculazione edilizia in Europa». Parole rimarcate ieri in una lettera pubblicata sul Fatto, proprio nel momento in cui la giunta Raggi accelera per raggiungere un accordo con i privati (oggi è in programma un nuovo incontro tra gli emissari di Pallotta e il Comune).

DUE DILIGENCE – Qualcuno, informalmente, già parla di «dossier», rievocando i veleni e le trame sotterranee che risalgono alle comunarie del febbraio scorso. Ma formalmente, spiegano dal Campidoglio, si tratta di una sorta di «due diligence» sui provvedimenti licenziati da Berdini. Una «verifica dell’operato» dell’assessore che si concentrerà in particolare sugli atti che riguardano i piani di zona. Questo «vaglio» è stato affidato ai dieci consiglieri M5S nelle commissioni dei Lavori Pubblici e dell’Urbanistica (escluso Marcello De Vito, già impegnato a presiedere l’Assemblea capitolina). Se ne occuperà quindi Alessandra Agnello, presidente della commissione Lavori Pubblici e Donatella Iorio, a capo della commissione Urbanistica, oltre a Pietro Calabrese, Daniele Diaco, Simona Donati, Simona Ficcardi, Cristina Grancio, Eleonora Guadagno e Fabio Tranchina.

La decisione della sindaca è stata condivisa ieri dagli altri consiglieri comunali. Lo stesso De Vito, uscendo dal Campidoglio dopo la riunione di maggioranza, ha spiegato: «Analizzeremo il lavoro di Berdini, questa è la decisione presa come gruppo consiliare. Fino ad oggi c’è stata qualche difficoltà anche nel rapporto con consiglieri e commissioni sui principali dossier. È una cosa che verrà esaminata. La valutazione attiene soprattutto al merito e al lavoro sui principali dossier, partendo dai piani di zona fino ai mercati generali. Che orizzonte temporale ci siamo dati? Un tempo ragionevole». Quanto? Secondo il numero uno del Consiglio comunale sarà un controllo estremamente rapido. Tutto si dovrebbe concludere nello spazio di «qualche giorno». Aggiunge un’altra consigliera, che preferisce restare anonima: «Paolo non lascerà per le sue frasi. Ma per le sue scelte politiche. Per questo si è deciso di fare un check sul suo operato come assessore». La strategia della sindaca Raggi è stata concertata con i vertici del Movimento, attraverso i tutor mandati da Beppe Grillo per vigilare su Palazzo Senatorio. Ieri la prima cittadina ha incontrato Alfonso Bonafede, il parlamentare del gruppo M5S di supporto agli enti locali. Anche lui, uscendo dal Campidoglio ieri notte, ha confermato che «da tre giorni la sindaca sta facendo le sue valutazione». Che non è ancora conclusa. E il responso arriverà solo al termine del controllo «politico» sugli atti dell’assessore-urbanista.

(Il Messaggero – S. Canettieri/L. De Cicco)



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