Lo prometteva Pallotta: «Ci rinforzeremo in difesa». Lo chiedeva Spalletti: «Ci servono due difensori». E ora ci sono. Salutati Maicon, Castan e Zukanovic, vicino alla cessione Gyomber, entrano Vermaelen, Fazio, Juan Jesus e Mario Rui, che purtroppo dovrà aspettare almeno fino a dicembre per debuttare nella Roma, senza contare il portiere Alisson che non è venuto per coprire le spalle a Szczesny. E’ una squadra teoricamente pronta a tutto: difesa a quattro, difesa a tre. E se arriva pure un terzino destro alla fine del mercato, magari con la Champions League in tasca, Spalletti ha un’altra risorsa da spremere.

DUTTILI – Compatibilmente con le disponibilità finanziarie del momento, limitate dall’incertezza dello spareggio europeo, Sabatini ha puntato su calciatori abili a occupare più ruoli. Tre posizioni fluide, accanto all’unico pilastro che dovrebbe essere Kostas Manolas salvo precipitazioni dell’ultimo momento. Il suo partner iniziale, già a Oporto, sarà Vermaelen, centrale mancino, con Juan Jesus pronto a scalare sulla fascia sinistra come gli capitava spesso nell’Inter. Il terzino destro di base sarà Florenzi, l’uomo adatto a tutte le occasioni. Ma al di là delle novità di mercato, Spalletti medita di utilizzare sulla fascia anche Toni Rüdiger, quando avrà superato l’infortunio al ginocchio (novembre). La panchina poi sarà numericamente all’altezza già in Europa: Torosidis a destra, Fazio al centro, Emerson a sinistra. Al ritorno di Mario Rui e Rüdiger, le opzioni aumenteranno.

SOLUZIONI TATTICHE – Dal 9 luglio, giorno dell’inizio del ritiro di Pinzolo, Spalletti non ha mai provato la linea a tre in difesa. Ma la soluzione a ranghi completi non si può escludere: immaginiamo un terzetto composto da Rüdiger, Manolas e Vermaelen, con Fazio e Juan Jesus cambi e le fasce occupate da Florenzi ed El Shaarawy (o Mario Rui). Fantascienza? No, pensieri razionali che possono diventare azione concreta nelle prossime settimane, se Spalletti sentirà l’esigenza di sperimentarli. Del resto nella prima conferenza stampa a Trigoria, l’allenatore aveva spiegato che i moduli sono un riferimento deseto. E che una squadra di qualità deve essere abituata a interpretare i momenti della partita e posizionarsi di conseguenza. L’abbondanza di soluzioni difensive potrebbe rilanciare quel progetto “anfibio”. Invece nella linea a quattro, e in particolar modo nel 4-3-3 con cui la Roma ricomincerà la stagione, quasi tutti i difensori in organico potranno piazzarsi in più caselle, disinnescando l’allarme suonato dopo il crack di Mario Rui.

PROFILI – Anche dal punto di vista tecnico, i difensori sono molto diversi tra loro. Vermaelen è una specie di regista arretrato che con il piede sinistro sa impostare l’azione. Si aggiunge a un colosso molto bravo nel gioco aereo (Fazio è alto 1.95) e uno stopper mancino veloce (Juan Jesus). Mario Rui era stato acquistato per rendere fluida la manovra sulla fascia sinistra ma nei primi mesi della stagione, quando non servirà un esterno d’assalto come Emerson, si vedrà una squadra più equilibrata e compatta, che sappia spingere meglio sulla fascia destra (Florenzi o Rüdiger) e rinforzare il pacchetto centrale con Juan Jesus a supporto della coppia Manolas-Vermaelen.

RISOLUZIONE – Nello scorso campionato la Roma ha sfoggiato il migliore attacco (83 reti) ma solo la quinta migliore difesa (41), incassando più del doppio dei gol della Juventus. Forse il problema era proprio lì.

(Gazzetta dello Sport – R. Maida)



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