E’ un dubbio, è una tentazione. Sono bastate 44 partite in Serie A a trasformarlo in un protagonista del mercato. Allora la Roma ragiona: è il caso di tenerlo per sfruttarne il potenziale tecnico o di valorizzare il tornaconto finanziario? Leandro Paredes ha lo sguardo timido, gli occhi chiari e pungenti e un ciuffo biondo in testa che ha «scelto prima di Messi». Ma soprattutto, a 22 anni, ha dimostrato di saper giocare a calcio, come conferma Luciano Spalletti: «Un regista come Paredes alla Roma serve. E’ un calciatore che fa girare il pallone consentendo alla squadra di rifiatare. Mi ricorda Pizarro». Le azioni insomma salgono all’improvviso in direzione di una sorprendente conferma.

PARAGONE – Pizarro, capito? Andate a rivedere cosa era Pizarro per Spalletti, tanto all’Udinese quanto alla Roma: il perno, l’architrave, l’insostituibile. Paredes non è ancora a quei livelli ma nel laboratorio Empoli, che ha estratto anche Mario Rui, è cresciuto sensibilmente. Scalando dalla posizione di trequartista a quella di playmaker, ha acquisito caratteristiche che lo distinguono dagli altri centrocampisti della rosa romanista. Per questo Spalletti a Sabatini ha detto: fammelo vedere per un po’. Negli Stati Uniti è stato schierato come vertice basso del 4-3-3 e provato sempre come calciatore di punizioni, nelle quali ha tenuto una media realizzativa ragguardevole. I test contro Liverpool e Montreal Impact ne possono rafforzare il suo ruolo all’interno della squadra. E chissà che non sia casuale la scelta di Paredes di cambiare il numero di maglia: il 5, che ha sostituito il 32, è quello dei grandi costruttori di gioco argentini, da Redondo in poi.

ORIENTAMENTO – Del resto conterà pure la sua volontà: «Io lavoro tutti i giorni con un obiettivo: restare alla Roma». Paredes l’ha spiegato chiaramente. E in un’estate tormentata, in cui i giocatori vogliono andare via (Pjanic) o chiedono tanti soldi per rimanere (Manolas e Nainggolan) l’entusiasmo di un giovane di talento che si attacca con ogni artiglio alla squadra che lo ha scelto è un elemento di cui tenere conto. Bisogna considerare pure che Paredes, oltre ad aver impressionato in positivo Spalletti, è un vero pupillo di Sabatini, che l’ha preso due anni fa dal Boca Juniors per 4,5 milioni sicuro di non sbagliare investimento.

OFFERTE – Evidentemente su questo fronte aveva ragione, se è vero che lo Schalke 04 e lo Zenit San Pietroburgo hanno offerto più del triplo per portarlo via da Trigoria. E se la Juventus, come si è lasciato sfuggire l’altro giorno Fabrizio Corsi, ne ha valutato l’acquisto in sinergia con l’Empoli. Paredes piace a tanti, anche alla Fiorentina che aveva fatto un approccio a maggio. Anche alla Sampdoria che aveva provato a chiederlo in prestito durante la trattativa per Castan. Ma comincia a piacere parecchio soprattutto alla Roma. Se poi arrivasse un’offerta choc, da emiro innamorato, il fronte del mercato si riaprirebbe. Ma «nel mondo reale», come amano ripetere i dirigenti che frequentano Trigoria, i margini per una cessione di Paredes sono stretti. Quando si è imbarcato per Boston con i compagni, e in particolare l’inseparabile amico Iturbe, Paredes temeva di essere in transito verso una nuova destinazione, stavolta definitiva. Il 5 agosto, scendendo dall’aereo a Fiumicino, si sentirà molto più romanista.

(Corriere dello Sport – R. Maida)



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