ULTIME NOTIZIE AS ROMA MOURINHO – Se c’è una cosa che manda in bestia José Mourinho è segnare due gol e non vincere la partita. Figurarsi perderla, scrive il Corriere della Sera. E figurarsi al quadrato se quella partita è il derby. Visto che è successo due volte nelle ultime tre giornate di campionato – 2-3 contro il Verona e 2-3 contro la Lazio – la situazione va monitorata. Ed è giusto che tutti si prendano la propria responsabilità: i giocatori che hanno sbagliato (una lunga lista) ma anche lo Special One.
La Roma ha giocato una partita coraggiosa e poteva anche pareggiare, visto che Reina è stato uno dei migliori in campo. Bene ha fatto Mourinho a rincuorare la squadra, riunita in mezzo al campo dopo la fine della partita, con questo concetto: «Avete dato tutto, non dovete essere tristi. Continuate così».
Però in tutti e tre i gol subiti la Roma si è fatta trovare impreparata e questo non può capitare a una squadra di serie A. Sbagliato il posizionamento di Mancini e Ibañez sull’1-0; Veretout non ferma la ripartenza di Immobile e Ibañez cerca la palla e non Pedro sul 2-0; dopo la palla persa nessuno contrasta Luis Alberto che fa partire l’azione del 3-1 dove Immobile va a velocità doppia rispetto a Mancini. In tutti e tre i casi la Roma paga una squadra troppo lunga in campo.
Poco convincenti anche due scelte di formazione di Mourinho. Viña, di rientro da un infortunio, è stato asfaltato da Felipe Anderson e non è mai sembrato in condizione atletica sufficiente per giocare un derby; la scelta di Mkhitaryan trequartista e El Shaarawy esterno d’attacco a sinistra (sulla fascia di Felipe Anderson) ha reso la squadra troppo leggera e in balia delle ripartenze della Lazio.
Per sostituire lo squalificato Pellegrini (l’unico vero alibi, visto che il rosso preso nei minuti finali contro l’Udinese era ingiusto) sarebbe stato più adatto Veretout. In quel caso, però, Mou avrebbe dovuto togliere la naftalina a Diawara.
In poche settimane lo Special One ha dato alla Roma una nuova mentalità: la squadra combatte anche nelle situazioni più difficili. Per darle anche una solida organizzazione, soprattutto nella fase difensiva, servirà più tempo.
Resta comunque il problema dello scarso utilizzo della panchina e del sovraccarico di alcuni stakanovisti. In campionato hanno giocato 6 partite e più di 500 minuti in sei: Rui Patricio, Ibañez, Mancini e Cristante 540 minuti su 540, Karsdorp 515 e Abraham 503. Poi ci sono Veretout a 486 minuti, Pellegrini a 443 (ma con sole 5 presenze, vista la qualifica nel derby) e Mkhitaryan a 426.
Soprattutto i due mediani, in una squadra che gioca con quattro attaccanti, stanno pagando una fisiologica stanchezza. Mourinho non fa affidamento su Diawara, Villar (due tribune consecutive) e Darboe, ma così i centrocampisti centrali restano solo due. Troppo pochi per non pagare prezzo.
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