ULTIME NOTIZIE AS ROMA CAGLIARI OLIVEIRA – Sergio Oliveira tira da tre punti e timbra la ripartenza giallorossa. Il rigore trasformato dal portoghese, all’esordio con la nuova maglia, vale il pallone d’oro per la Roma di questi tempi, insicura e frenata anche contro la terzultima della serie A, scrive Il Messaggero.
Il centrocampista ha fretta di salire sul palcoscenico e firma subito l’1-0 stentato con il Cagliari all’Olimpico che è il primo successo del 2022. Del pomeriggio, però, rimane solo il risultato. Per il resto, meglio guardare avanti. Non certo la classifica, con 6 punti di distanza dal quinto posto, o l’esibizione, scadente e al tempo stesso ad alto rischio per la traversa colpita da Joao Pedro, con deviazione decisiva di Rui Patricio, nel finale.
I tifosi sono pochi, cinquemila tra la Tevere e la Monte Mario. La speranza è di assistere alla virata dopo il secondo colpo di mercato. E la curiosità è dedicata proprio all’ultimo arrivato: Sergio Oliveira, rinforzo in stile Mou, è qui per provare a spingere verso l’alto la Roma, rotolata distante dalla zona Champions all’inizio del nuovo anno. Il doppio ko contro il Milan e la Juventus ha per il momento cancellato ogni sogno di gloria, ma la gente dà ancora fiducia allo Special One che adesso in campo ha il suo testimonial nel centrocampista appena sfilato al Porto.
Dalle tribune lo seguono con attenzione. Il lancio terra-aria per cambiare campo, il palleggio corto e lungo con i compagni, il fallo su Deiola che coincide anche con il primo giallo del match. Raccolgono momenti fino a quello che li fa esultare. Sull’invito di Mkhitaryan, Sergio Oliveira calcia forte dal limite. Destro in corsa sul braccio sinistro, largo e scomposto, di Dalbert. Il var Pairetto suggerisce la corsa al video all’arbitro Maggioni. Rigore e Cragno spiazzato dal portoghese. Di bello c’è poco, invece, nella prestazione degli altri. Dei compagni. Solo lo sforzo mentale e fisico per tornare a vincere dopo aver raccolto appena un punto nelle ultime 3 partite. La disponibilità del gruppo, sotto lo sguardo di Ryan Friedkin, è subito evidente.
Chiamiamolo impegno. Della squadra e comunque dei singoli. Il possesso palla della Roma, anche se con qualche strafalcione, garantisce il sufficiente controllo della partita, soprattutto fino all’intervallo. Così, nel confermato 4-2-3-1, ecco la disciplina equilibrata di Maitland-Niles e Viña sui lati, mai esagerati nel lanciarsi nello spazio, la presenza scolastica di Kumbulla davanti a Rui Patricio e l’eccessiva esuberanza di Mancini, capitano dopo il forfait di Pellegrini nel riscaldamento, la manifesta generosità di Felix nel dialogo con Abraham e la continua ricerca della qualità di Mkhitaryan, l’applicazione mirata di Sergio Oliveira che, scortato da Veretout, studia dal vivo i nuovi compagni.
Zaniolo, al rientro, gioca il suo personale solitario che ha un senso solo quando è chiamato a rientrare e a sudare. Davanti, invece, non riesce a incidere. Ognuno insomma ci mette del suo, facendo però una grande fatica. Il Cagliari si difende ordinato e compatto con il 3-5-2 in cui Mazzarri conta diversi assenti per Covid e, aggiungendo pure gli infortunati, sbarca nella Capitale con 11 indisponibili. Una formazione. La strategia scelta, però, rimane lo stesso decente. Anche perché, nel primo tempo, l’unico tiro dei giallorossi nello specchio della porta, sarà il rigore di Sergio Oliveira che va subito all’incasso spiazzando Cragno.
La paratona di Rui Patricio, su tap-in di Joao Pedro con Mancini in ritardo e palla che si stampa sulla traversa, vale il successo e sintetizza la ripresa della Roma. Impaurita, stanca e nervosa. Ogni contropiede va a vuoto. Spreca le chance con cui chiudere la sfida con Felix, Abraham e anche con quelli che restano a galla come Mkhitaryan e Veretout.
Sergio Oliveira prova a mettere ordine nel caos disorganizzato. Il Cagliari, presentatosi qui dopo due successi di fila, adesso attacca A Mourinho non resta che chiedere protezione al 3-5-2, inserendo il recuperato Karsdorp per Zaniolo e regalando il debutto al diciassettenne greco Keramitsis. Meglio loro dello svagato Shomurodov. E meglio Nandez, negativizzatosi in settimana e mossa con cui Mazzarri si è avvicinato al pari.
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